posted: 12.04.2021 @ 15:34 |
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QUADRI DEL CINEMA: In ricordo di Enzo Sciotti
Il nostro saluto al Maestro del cinema dipinto
Lo abbiamo amato tanto e ogni qual volta si è presentata la possibilità, non abbiamo mancato di celebrarne il Genio. Lo facciamo di nuovo adesso, perché il Cinema ha perso uno dei suoi più grandi artisti e sognatori!
Enzo Sciotti, Maestro assoluto della cartellonistica mondiale, è infatti "volato via" verso la prossima vita, come è scritto nel suo post di addio su Instagram.
Certi che non sarà l'ultima volta che potremo cantare le sue lodi, ripercorriamo brevemente una carriera straordinaria, dominata dall'amore per il disegno e dall'abilità di unire uno stile iperrealista a una forte qualità onirica delle opere. Giocando sapientemente con il grottesco, i quadri del cinema di Sciotti hanno dato infatti vita a composizioni barocche e piene di senso del meraviglioso.
(la schermata del suo sito www.enzosciotti.com)
Particolare forse poco noto è che Sciotti era figlio d'arte, suo padre era infatti pittore e decoratore nelle chiese e lui dimostrò ben presto di averne ereditato felicemente il talento. Nato nel 1944, appena sedicenne poté così proporsi da autodidatta allo studio BAT di Riccardo Battaglia, per l'industria della cartellonistica cinematografica, che in quegli anni era naturalmente molto fiorente. Scarseggiano purtroppo le fonti sui lavori realizzati in questo periodo, lo stesso Sciotti identifica, in un'intervista concessa a Terra di Goblin, il suo primo manifesto in quello per il film La coppa dei veleni, di cui non ho però trovato riscontri.
Certamente, lo stile di questo periodo è più pittorico, e, sebbene si noti la cura nel dettaglio che farà furore nella fase successiva, il taglio è decisamente meno esasperato nella ricerca del realismo e in linea con i manifesti dell'epoca dove è il pennello a farla da padrone con tutta la sua espressività. Lo testimonia questo bel quadro per Il giardino delle torture:
Dopo una fase intermedia con il passaggio allo studio di Maro (Mauro Innocenti), negli anni Settanta Sciotti fonda insieme a Ezio Tarantelli lo Studio E2, con il quale si ritaglierà un ruolo da protagonista. In questa fase, infatti, emerge lo stile che lo renderà più celebre, esaltato dall'uso dell'aerografo:
Il periodo è particolarmente felice anche nel legame con alcuni generi precisi. Primo fra tutti la commedia, in cui il gusto per quadri molto "pieni" si unisce a un evidente amore per i toni farseschi, in una resa volutamente esasperata e un po' fumettistica. Febbre da cavallo è uno dei primi cult, il bozzetto è qui riprodotto da una sua stampa:
Ma è quando il filone declina verso l'erotico che Sciotti si scatena e può dare sfogo al suo amore per il corpo femminile, con illustrazioni particolarmente ironiche e goderecce:
La predilezione per le donne come soggetto dei suoi bozzetti è confermato dalle molte opere a tema realizzate a carboncino negli anni più recenti, per puro diletto e sempre postate sui suoi canali social. Eccone un esempio con la splendida Edwige Fenech:
Il rapporto con la commedia non si limita comunque a questi sottofiloni, ma si allarga a svariati titoli di culto per pubblici di tutte le età, come L'allenatore nel pallone:
O ancor più Superfantagenio: questo bozzetto mi risulta sia per il mercato tedesco (da sempre molto esigente quando si parla di Bud Spencer ;)
Nel frattempo, Sciotti si dedica pure alle copertine per i fumetti, in cui unisce la passione per l'erotismo a quelle per un altro genere molto "visivo" come l'horror. Ecco due cover da Terror:
Notate, nella prima delle due copertine, la figura dai capelli scarmigliati e i lineamenti vagamente felini sullo sfondo, che tornerà poi in manifesti-mito come quello de L'aldilà:
Quello con Lucio Fulci è un sodalizio che proietta Sciotti nella leggenda e che probabilmente ha più di un merito: come ha più volte rivelato lo sceneggiatore Dardano Sacchetti, infatti, i bozzetti dell'artista romano erano fondamentali per vendere il prodotto all'estero e a volte i produttori decidevano di realizzare il film grazie a questo. Gli chiedevano un'immagine da accompagnare a due righe di sinossi e se l'idea interessava il film si faceva :-)
Gli anni ottanta sono senza dubbio il periodo d'oro del Maestro e l'horror lo vede protagonista assoluto, con numerosi capolavori in cui il piacere del dettaglio macabro sublima composizioni davvero potenti:
Altre opere le abbiamo già postate negli anni, dai manifesti dedicati a Stephen King, a quello leggendario de L'armata delle tenebre, prova di un autore che ha lasciato un segno profondo nell'immaginario di tutti.
La storia, per fortuna, ha un lieto fine. Al termine del periodo d'oro della cartellonistica illustrata, Sciotti ha infatti trovato una seconda giovinezza nella realizzazione di cover per album musicali e, soprattutto, edizioni home video per realtà come la nostra Midnight Factory. Dopo tanti anni non solo non aveva perso il tocco, ma alcune delle sue opere sono fra i capolavori assoluti della sua produzione:
L'eco della sua arte è forte pure all'estero, dove editori come Blue Underground gli permettono anche di rivisitare alcuni dei suoi soggetti storici:
Da rivedere in particolare l'ultima cover della Stephen King Collection di Midnight Factory perché, salvo sorprese, è destinata a restare come la sua opera-testamento, e ci sembra molto bello che questo saluto avvenga con un artwork che rivisita e aggiorna tre suoi manifesti capolavoro:
Concludo con l'indicazione dei due libri Enzo Sciotti: Il cinema dipinto, in cui sono raccolti molti suoi bozzetti, schizzi, interviste e materiale, assolutamente imprescindibili per ogni appassionato. Il Maestro ne aveva promesso anche un terzo conclusivo con un cofanetto raccoglitore, ma non sappiamo se il progetto andrà effettivamente in porto dopo la sua scomparsa.
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A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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