posted: 06.10.2020 @ 15:20 |
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Penny Video e le altre: la ripartenza!
Nuova intervista a Simone Starace
Parte 1: Come eravamo
Ciao Simone e bentornato su dvdweb. Prima di trattare lo specifico del settore home video ti chiederei una considerazione generale sulla situazione attuale. Sappiamo che l'emergenza sanitaria ha colpito duramente il settore cinematografico, molte sale sono ancora chiuse e non si sa se riapriranno, alcuni festival sono saltati, il settore dell'home video stesso ha avuto anche i suoi stop e le sue ripartenze, con voci di label pronte a lasciare per buttarsi totalmente sullo streaming. In quale scenario siamo dunque immersi? Te lo chiedo approfittando del fatto che sei sia un editore home video con Penny Video e Shockproof, che un operatore del settore festival, in quanto condirettore del Fantafestival.
Grazie per l'invito e per l'attenzione che dedicate all'home video, anche in un momento drammatico come questo. Mi rendo conto che discutere del supporto fisico mentre ci sono esseri umani che rischiano la vita per il virus può sembrare pretenzioso, ma io credo che proprio in questi mesi si stia giocando a più livelli anche un'importante battaglia sul futuro della nostra vita culturale. Come sempre avviene nei momenti di crisi, i megacolossi dell'industria cercano infatti di ricontrattare le regole del gioco a proprio vantaggio, mentre gli indipendenti rischiano semplicemente di essere spazzati via da questa “evoluzione” programmata dall'alto. Nel nostro settore, in particolare, non soltanto si è radicata ulteriormente l'abitudine alla fruizione "all you can eat" dello streaming, ma c'è stato un azzeramento totale dell'intera filiera dell'home video. Davanti a uno scenario emergenziale come quello che abbiamo vissuto, è stata una scelta comprensibile e anche condivisibile, ma il problema è che a mesi di distanza non c'è nemmeno il lontano miraggio di un ritorno alla normalità. In Francia è in corso una mobilitazione generale di editori e cineasti per difendere il settore, riconoscendo al supporto fisico la capacità irrinunciabile di valorizzare un'offerta culturale alternativa. In Italia purtroppo vedo che molti colleghi si stanno invece arrendendo senza combattere, mortificati forse da chi preconizza l'avvento di un “Netflix della cultura” che a me ricorda da vicino il malefico Colossus del film distopico di Joseph Sargent.
Noi con le nostre collane forse abbiamo sofferto più di altri il blocco della produzione, anche perché alcuni dei progetti su cui lavoravamo erano in collaborazione con importanti istituzioni pubbliche, che si sono trovate a fronteggiare situazioni molto delicate e hanno dovuto necessariamente fare i conti con altre priorità. Per fare un esempio concreto, il DVD realizzato con Ferrovie dello Stato (L'Italia in viaggio con le FS), pur essendo pronto da febbraio ha raggiunto molti negozi soltanto a fine luglio, registrando nonostante tutto un buon successo. Il DVD/BD di Tiro al piccione invece, essendo ancora in una fase preparatoria, ha subito un ritardo più consistente, anche se questo ci ha permesso di arricchire ulteriormente l'edizione.
Come hai ricordato, io e Michele De Angelis dallo scorso anno abbiamo assunto la direzione del Fantafestival, storica manifestazione di cinema fantastico che ci siamo impegnati a rilanciare. Paradossalmente, proprio in un momento di precarietà assoluta, il nostro progetto di rinnovamento è stato premiato da Roma Capitale e da Regione Lazio, che dopo anni sono tornate a garantire alla manifestazione un sostegno anche economico. Ci troviamo quindi in una situazione per noi decisamente inedita: abbiamo i soldi, ma non sappiamo se riusciremo a spenderli. Per giunta, abbiamo dovuto rimandare una serie di iniziative del festival collegate alle uscite home video, come l'omaggio a Jeff Lieberman, che prevedevamo di avere ospite a giugno, in occasione del lancio dei DVD di Videokiller e Sindrome del terrore. Stiamo cercando di riformulare il progetto editoriale, facendolo coincidere con le nuove date di novembre del Fantafestival, sperando ovviamente di non avere altre brutte sorprese. Devo dire in ogni caso che, trattandosi di una situazione di incertezza generalizzata che colpisce anche tanti altri colleghi, i collezionisti ci hanno dimostrato finora grande comprensione e solidarietà, perdonandoci anche l'attesa prolungata sui titoli già in pre-ordine. Una prova di fiducia di cui siamo molto grati.
Restando ancora un attimo sul recente passato, sono passati quattro anni dalla nostra prima intervista. Nel frattempo è nato un certo giro di label indipendenti che hanno allargato la proposta, la stessa Penny Video ha creato nuove linee, è nata Shockproof, sono partite collaborazioni con Home Movies... vogliamo provare a tracciare un primo bilancio dell'avventura? Quali sono stati i passaggi di cui sei più fiero e cosa si prova a essere un capofila?
Personalmente mi reputo soddisfatto di aver portato in home video film di Fritz Lang, Ida Lupino, Joseph H. Lewis, Wes Craven, Chris Marker, Maurizio Nichetti, Chang Cheh e Peter Watkins, ma è una valutazione da semplice cinefilo, che prescinde da qualsiasi considerazione professionale. Se abbiamo dato un qualche contributo alla scena italiana è stato quello di dimostrare che anche una label minuscola e completamente indipendente poteva crearsi un proprio spazio sul mercato, puntando sulla cura editoriale dei prodotti e sul rapporto con i collezionisti. Ricordo che da principio i negozianti faticavano a capire sotto quale genere catalogare un Heartbreak Motel, ma nonostante qualche diffidenza iniziale ci siamo fatti strada e siamo arrivati persino sulle pagine dei quotidiani. Credo in particolare che successi inattesi come quello di Death House abbiano colto un po' tutti di sorpresa. Fino ad allora il dogma era che un film del genere, senza doppiaggio, non avrebbe mai potuto funzionare commercialmente, mentre i riscontri più che lusinghieri di Death House o Christmas Evil hanno svelato l'esistenza di un pubblico attento e ricettivo. Da lì è iniziata una collaborazione sempre più frequente con Home Movies, con edizioni limitate come quella autografata di Dark Waters, che è servita da stimolo e modello per la nascita di altre label simili. Naturalmente non sta a me giudicare i risultati raggiunti da noi o da altri, ma direi che in generale gli appassionati italiani possono godere oggi di un panorama più ricco e stimolante di quello in cui ci muovevamo noi all'inizio.
Un lavoro particolare è stato fatto sul cinema italiano, attraverso le collane Chiaroscuro (in collaborazione con la Cineteca Nazionale) e Forum Italia (con il Centro Studi Cinematografici), che ha portato al recupero di titoli eccellenti come Non contate su di noi o Domani si balla!. Mi interessa approfondire non solo il lavoro tecnico e pratico che si nasconde dietro ogni proposta, ma anche quello di relazione con realtà e istituzioni simili.
Ecco, l'unico mio vago motivo di orgoglio risiede proprio nella fiducia che ci viene continuamente accordata da committenti d'eccellenza come il Centro Studi Cinematografici, la Cineteca Nazionale o addirittura le Ferrovie dello Stato. Fiducia che tutto sommato ritengo ben riposta, visto che lo scorso anno abbiamo vinto addirittura il Peter von Bagh Award per il DVD/BD di Non contate su di noi, mentre quest'anno eravamo candidati con Apollon/Contratto e L'Italia in viaggio con le FS. Lavorare in simbiosi con le istituzioni richiede un rigore e una trasparenza assoluti, ma in compenso ci ha dato la possibilità di concretizzare due collane che senza una qualche forma di sostegno pubblico sarebbero state semplicemente impensabili. C'è anche da dire che queste istituzioni alla fine sono pur sempre fatte da persone e in questo senso noi abbiamo sempre avuto il piacere di trovare degli interlocutori molto appassionati e umanamente disponibili. Un altro partner fondamentale con cui stiamo portando avanti diversi progetti è l'Archivio Cinema Impresa di Ivrea, con cui c'è stata da subito un'ottima intesa. Anzi, proprio sull'onda di queste esperienze a me piacerebbe allargare a dismisura il giro delle collaborazioni, visto che esiste un'ampia costellazione di archivi che finora abbiamo appena sfiorato, come la Cineteca del Friuli, la Cineteca Lucana o anche l'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico.
Il lavoro sul cinema italiano costituisce il coronamento delle nostre attenzioni per film e autori non canonici, capaci in questo caso di illuminare linee d'ombra nella storia del nostro Paese. Dalla visione di Non contate su di noi, Apollon: una fabbrica occupata o Domani si balla! emerge infatti un'Italia ben diversa da quella raccontata dalla commedia italiana più tradizionale o anche dallo stesso cinema d'autore. Nel prossimo futuro continueremo a indagare personalità irregolari come Augusto Tretti, ma anche titoli meno noti di autori giustamente celebrati come Ermanno Olmi. C'è anche un progetto, pensato insieme al Centro Studi Cinematografici e all'Archivio di Ivrea, per pubblicare il Don Bosco di Goffredo Alessandrini, altro regista da riscoprire al di là delle etichette più superficiali. Stiamo avviando infine una serie di verifiche su alcuni film dei fratelli Taviani, ma lì come spesso capita la titolarità dei diritti è molto frammentata, per cui ci vorrà del tempo per venirne a capo.
Prosegui con...
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