posted: 28.05.2020 @ 16:24 |
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QUADRI DEL CINEMA: Parasite
Durante la trionfale notte degli Oscar 2020, dove ha vinto tutto il possibile e fatto la storia, Parasite ha fatto parlare i commentatori di Sky anche per il manifesto usato da Academy Two per l'edizione italiana, lodato per l'ottima comunicazione sul film!
La particolare "foto di famiglia" in interni è infatti resa più particolare dalle barre nere che coprono gli occhi. Si crea in questo modo non solo uno strano effetto di curiosità, ma anche di particolare confusione: non si capisce, cioè, se la famiglia sia felice o inquieta, innocente o colpevole. L'uniformità del colore grigio crea a sua volta un effetto "foto segnaletica" volutamente fastidioso, e il ritratto del gruppo finisce così per sembrare un'immagine che inchioda i personaggi.
D'altra parte c'è poi il macabrao dettaglio delle gambe di un cadavere nell'angolo inferiore sinistro. Questi tizi, insomma, non ce la raccontano giusta! Un'esca perfetta per il pubblico.
Soprattutto però, il manifesto usato in Italia non distingue tra familiari e domestici, proprietari e "invasori". L'immagine, di per sé, è una intelligente rielaborazione del manifesto coreano originale che trasporta l'azione all'esterno:
Come si può notare, l'impianto è comunque diverso e gioca molto di più sui contrasti: la pulizia del luogo si oppone infatti ai piccoli segnali minacciosi (la pietra nella mano), la calma placida del verde del prato fa risaltare i colori sgargianti della palla. Soprattutto, però, sono più evidenti le distanze fra i due gruppi. I proprietari sono perfettamente a loro agio a prendere il sole e a bere, mentre i domestici rappresentano di più un corpo estraneo (con il grandissimo Song Kang-ho davanti a tutti). Restano inalterati il motivo delle barre nere e il cadavere nell'angolo. Io aggiungerei che è anche molto inquietante il bambino dietro il vetro :-)
Il particolare interessante è che in Corea, come ci fa notare un post su Twitter, i manifesti vengono gratuitamente distribuiti nei cinema in un formato "volantino" che all'interno presenta le schede dei personaggi:
Da qui capiamo che mantenere il mistero sui gruppi non era la priorità. In America, dal canto loro, hanno ripreso il manifesto coreano, ma la tagline "comportati come se fossi tu il padrone di casa" sposta di più l'equilibro della comunicazione dal "chi" al "dove":
La casa-mondo di Parasite è in effetti l'elemento che ha fatto maggiormente presa su chi si è sbizzarrito a omaggiare il film di Bong Joon-ho con ulteriori creazioni grafiche. Si parte ovviamente dall'artwork inglese commissionato dal distributore Curzon Artificial Eye e usato anche per la nostra steelbook:
Giocando con le geometrie della casa con un piglio che farebbe invidia a Escher, l'autore Andrew Bannister ci regala una creazione brillante e originale che sfrutta abilmente il gioco delle confusioni e dei ribaltamenti tra proprietari e domestici. La cosa è ancora più chiara se aggiungiamo un elemento già noto a chi ha la steel, ma non così evidente a tutti: il poster in realtà è "doppio" ;)
Sempre l'Inghilterra rilancia il motivo geometrico con questa creazione alternativa del celebre studio La Boca:
Il gioco prende la mano e la palla passa a Jisu Choi, bravissima illustratrice coreana:
Questa creazione, usata per i Blu-Ray francesi, è un piccolo capolavoro di inventiva e dettagli, va quindi gustata a formato pieno per coglierne tutte le sfumature. In un salto estemporaneo ma non troppo al "nostro" mondo esterno al film, segnalo anche questa creazione dell'artista, che ritrae Parigi e New York nell'attuale periodo di pandemia. Il gioco degli spazi crea paralleli meravigliosi e inquietanti fra il film e la realtà, segno di quanto l'opera di Bong riesca ad assumere valori universali, come sempre avviene quando l'arte è magnificamente ispirata:
Visto che abbiamo citato la Francia, rimaniamo in loco per questa versione alternativa, commissionata dal distributore The Jokers, che pure gioca ancora con i motivi architettonici, stavolta però allargandosi dalla singola casa alla particolare struttura a piramide della città. L'autrice è Marie Bergeon:
Da notare che in Francia (dove il poster principale è lo stesso usato anche da noi) è stata distribuita pure una versione in bianco e nero. L'effetto sulla locandina è davvero particolare:
Naturalmente, la peculiare struttura delle architetture non poteva lasciare indifferente lo specialista Sean C. Jackson, autore del libro "From Here To There: A Book of Mazes to Wander and Explore". Ecco quindi il suo contributo:
C'è chi, invece, si è concentrato sulla già citata pietra, come accade in questi due poster alternativi americani:
E chi ancora sul motivo della scala, come l'irlandese Snollygoster Productions:
Un possibile punto d'incontro fra scala e strutture verticali è anche quello proposto dalla designer Nicole Dai, con questo poster minimal e molto interessante:
Il punto di arrivo non può dunque che essere uno solo: la fusione dei personaggi con gli ambienti, perché l'uno esprime l'altro e viceversa. Il tema è scelto da Greg Ruth per due suggestivi character poster:
Cui risponde l'illustratore e designer Joseph K. Roman con quest'altra creazione:
Questo solo per limitarsi alle versioni più o meno ufficiali (o comunque realizzate in ambiti professionali), se poi apriamo il vaso di Pandora delle fan-art, c'è davvero di che sbizzarrirsi, con esiti di altissimo livello, ne prendo a esempio solo due a tema "alimentare", di Gustavo Cordero e Sabrina Olivera:
La sintesi finale la affido a questo poster astratto di Mojo Wang, che raccoglie un po' tutti gli elementi sparsi in questo pezzo:
E a questa truffaldina operazione compiuta a Taiwan sul film giapponese Yuwaku wa arashi no yoru ni, spacciato per un clone del nostro con tanto di barre nere sugli occhi. Nella storia, una commedia piccante, una madre e una figlia si scambiano il corpo. Tanto per restare sul tema delle confusioni e sovrapposizioni... immagino che Bong si sarà fatto una bella risata :-)
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A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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