posted: 25.05.2018 @ 17:54 |
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QUADRI DEL CINEMA – Ricordando Bill Gold!
La carriera di un maestro dei manifesti americani
Pochi giorni fa, il 20 Maggio per l'esattezza, alla veneranda età di 97 anni è venuto a mancare Bill Gold, uno dei massimi autori della cartellonistica cinematografica americana: un veterano, attivo fin dagli anni Quaranta, cui si devono innumerevoli capolavori e che perciò non possiamo mancare di celebrare e ringraziare come merita.
Attivo per sei decenni, Gold era nato nel 1921 a New York: amante del disegno fin da quando aveva otto anni, ha poi studiato design presso il Pratt Institute. Subito dopo, secondo i tipici canoni dell'America dove chiunque può arrivare al successo, si è presentato alla Warner Bros presso il reparto poster e scenografie dove è stato subito assunto.
“Il mio stile è sempre stato all'insegna del “meno è meglio”, non mi piace che l'insieme sia disordinato. Meno procedere in modo chiaro, semplice e dritto al punto. Penso si possa dire che nero, rosso, grigio e bianco siano i miei colori più rappresentativi. Anni fa, guardando ciò che facevano le compagnie come la MGM o la Paramount, non mi piaceva nulla. Il loro difetto era che i concept si limitavano a mostrare tre teste degli attori e niente più. Così, quando ho iniziato a lavorare, ho pensato “Non voglio realizzare un bozzetto solo con tre teste. Voglio una storia.”
(dichiarazione dal blog dell'American Film Institute)
Dopo alcune prove su film come La leggenda di Robin Hood o L'uomo proibito, il debutto è poi avvenuto con il poster di Ribalta di gloria, che potete vedere qui sopra.
Ma il vero pezzo da Novanta, che inaugura l'età dell'oro (Gold, appunto!) arriva subito dopo, è il suo secondo lavoro, Casablanca:
Si può notare come, pur mantenendo l'impostazione d'epoca con le “teste”, il manifesto privilegi una varietà d'insieme che, unita al colore minimale, permette di restituire l'atmosfera noir della pellicola (la pistola fu un'aggiunta secondaria dovuta al desiderio del committente di un dettaglio che rendesse l'insieme più “eccitante”).
Dopo la guerra, Gold resta alla Warner Bros, dove diventa il primo responsabile del poster design. Insieme al fratello Charlie si occuperà anche di trailer e pubblicità, ma i manifesti rimarranno un punto fermo della sua carriera.
Nel 1964 un altro lavoro importante, fra i suoi preferiti, con il manifesto di My Fair Lady: il bozzetto vero e proprio è di Bob Peak, e cerca di esaltare i costumi del film su cui la Warner aveva investito molto. Gold, che aveva amato il musical a teatro, segue da vicino la lavorazione e si occupa del lettering.
Un aspetto particolare della carriera di Gold è il sodalizio che viene a creare con alcuni artisti, capace di dare vita ad alcuni fra i manifesti più memorabili della storia del cinema. Ad esempio quelli per Sir Alfred Hitchcock:
Nel 1962, Gold forma una sua compagnia, la Bill Gold Advertising, con cui mantiene il rapporto privilegiato con la Warner Bros, ma da esterno. È in questo periodo che nascono poster leggendari. Primo fra tutti quello di Arancia Meccanica:
Che cosa si può aggiungere poi alla perfezione del poster de L'esorcista? Gold prende una delle inquadrature più celebri del film ed elimina i dettagli per stilizzare ancora di più l'immagine. Il risultato riscuote l'entusiasmo di regista e produttori, che non intendevano usare immagini della bambina posseduta o di elementi religiosi... e fa anche la felicità di tanti fans nel mondo, che negli anni hanno continuato a esaltare il valore del manifesto:
Non meno mitici i poster di Un tranquillo weekend di paura e La stangata:
O quello, citatissimo, di 007 Solo per i tuoi occhi:
Il suo amore per la stilizzazione è ancora evidente nel manifesto de Il mucchio selvaggio o in quello (sottovalutato) di Nick Mano Fredda:
Sebbene non per l'immagine più celebre, la sua mano è anche presente nella campagna promozionale di Alien, per la quale ha composto dei particolari teaser poster:
L'unico a essere poi usato è stato questo:
(alcuni articoli celebrativi gli hanno attribuito anche quello più celebre con il bozzolo, che però è opera di Bemis Balkind).
Il sodalizio più importante e duraturo resta comunque quello con Clint Eastwood, proseguito ininterrottamente per quarant'anni. Il primo tassello è Ispettore Callaghan: Il caso Scorpio è tuo:
Da lì in poi c'è solo l'imbarazzo della scelta:
Il sodalizio con Clint Eastwood proseguirà fino alla fine. La sua ultima opera resta infatti il manifesto di J. Edgar, nel 2011:
A questo punto della carriera, in realtà, Gold si era già ritirato, il poster rimane dunque un'eccezione, nell'anno in cui viene pubblicato un libro monografico sulla sua lunga carriera:
Proprio in quel volume troviamo un tributo di Clint Eastwood:
“Di Bill sapevo che avrebbe portato delle ottime idee e che il poster che avrebbe creato sarebbe stato l'ultima cosa di cui preoccuparmi. Rispettava i film, rispettava la storia e ha sempre rispettato gli obbiettivi che cercavamo di raggiungere.”
Una sobrietà che sicuramente sarà piaciuta all'artista, oltre che una sintesi perfetta per una carriera inimitabile.
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A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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