posted: 21.05.2018 @ 17:07 |
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Corpo e anima indipendente: intervista a Movies Inspired!
Faccia a faccia con Stefano Jacono
Parte 5: Ritorno al cinema
Per concludere la nostra chiacchierata, l'attività home video di Movies Inspired si accompagna, in parallelo, a quella "sul campo" con la gestione del cinema Classico di Torino, in piazza Vittorio Veneto. Parlami di come è iniziata anche quest'avventura.
È iniziata quattro anni fa perché, come capita spesso, da produttori indipendenti si fatica a far uscire i propri film. Noi siamo di Torino e lì effettivamente era difficile piazzare i nostri titoli e questo cinema con cui avevamo iniziato a collaborare – che all'epoca era l'Empire – aveva chiuso per problemi di gestione. Quindi ogni volta che ci passavo davanti avevo l'idea fissa di riuscire a gestirlo io e alla fine ho fatto un accordo folle con la proprietà, anche qui senza avere mai avuto alcuna esperienza da esercente. Siamo riusciti a ristrutturarlo e dopo un anno e mezzo, nell'agosto del 2014, siamo partiti. La sala è da 180 posti, abbiamo dovuto ricostruire un'utenza, riportando il pubblico torinese in una zona che, seppur centrale, per anni è rimasta un po' nascosta. Per fortuna, anche grazie al nostro intervento sul cinema, la piazza è risalita nell'attenzione e il pubblico sa che lì può trovare dei film in esclusiva. Posso dire che stiamo lavorando bene, cerchiamo di far vedere sempre titoli che altrimenti non si vedrebbero. Arrivano a trovarci spettatori anche da fuori Torino, fin dalla Liguria.
Abbiamo iniziato citando il Torino Film Festival e ci torniamo per la chiusura: c'è una collaborazione che da alcuni anni va avanti con loro, le proiezioni stampa della manifestazione, infatti, si tengono al cinema Classico. Com'è nata questa sinergia?
È partita da una loro richiesta e anche in qualche modo da una nostra apertura: per anni i giornalisti condividevano le sale del pubblico, e non avevano un percorso preferenziale. Il festival, d'altra parte, aveva esigenza di ripensare gli spazi per l'incremento del pubblico. Così abbiamo fatto la proposta che effettivamente era proprio quella che loro stavano cercando! Per la stampa è comodo avere un posto “proprio” dove vedere i film in tranquillità, non distante dai luoghi del festival.
Mi sembra ci sia anche una sinergia artistica con il festival: molti dei film che poi voi distribuite come Movies Inspired, spesso si vedono prima lì. È il frutto di un dialogo con i selezionatori?
No, non c'è un dialogo durante la selezione, non proponiamo film al festival e a volte loro fanno le richieste ai venditori internazionali che li rimandano a noi. Sotto certi aspetti è una garanzia: non usiamo il festival come una vetrina per far vedere i nostri titoli, che si guadagnano naturalmente il loro spazio. Il punto è che il Torino Film Festival è uno dei principali in Italia per ciò che riguarda il lavoro di ricerca e selezione, che anche noi facciamo da parte nostra: quindi si tratta semplicemente di un incontro di sensibilità affini. È successo con titoli come The Raid o, appunto, Cold in July, in altri casi abbiamo anche rifiutato di dare alcuni film, come Corpo e Anima, che non volevamo mostrare ai torinesi prima dell'anteprima ufficiale. A volte infatti lavoriamo con i festival in funzione delle date d'uscita.
In bocca al lupo per il futuro allora!
Crepi, la nostra idea è quella di riportare il pubblico al cinema, con grandi difficoltà, lavorando su una distribuzione indipendente e direttamente con gli esercizi, scontrandoci anche con le associazioni degli esercenti che ci vedono ancora come una realtà disorganizzata e che non merita la visibilità. Dopo dieci anni pensiamo al contrario di aver fatto un lavoro importante che debba essere considerato. Chiaramente essere usciti a Roma con Corpo e Anima in una sola sala, nonostante il risultato pazzesco, non ci ha resi felici, c'è una sorta di ostruzionismo da parte del mercato. Comunque, noi andiamo avanti: tutti i nostri titoli usciranno poi anche in home video, non lavorando con i grandi circuiti non siamo obbligati a rispettare la finestra dei 120 giorni, che comunque dovrebbe essere ridotta perché il mercato deve diventare più fluido. Vogliamo seguitare a investire sul cinema con l'obiettivo di continuare a crescere. D'altra parte abbiamo già editato un centinaio di titoli in home video e non sono certo pochi.
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