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Quattro ore esatte, dalle 2:00 alle 6:00 del mattino per assegnare i 90mi premi Oscar con cui il cinema americano riflette se stesso e la sua società: che è una realtà multietnica, a trazione latino-americana, accogliente e dove c'è posto per tanti, basti vedere come il parterre è equamente diviso!
Da alcuni anni a questa parte, infatti, la strada del "pigliatutto" è stata abbandonata in favore di una distribuzione “ecumenica”: a guidare le fila resta comunque La forma dell'acqua che, ricordiamolo, ha iniziato il suo trionfale percorso in Italia con il Leone d'oro alla Mostra di Venezia infrangendo il tabù del “film fantastico che non può vincere i premi seri”, dimostrando anzi come si può parafrasare la Storia attraverso la fantasia.
Il film incorona così il “nostro” Guillermo Del Toro come un grande autore e una grande persona, come chiunque può rendersi conto ascoltando gli interessantissimi commenti audio nei suoi Blu-Ray o leggendo i suoi libri (purtroppo inediti in Italia, ma se capite l'inglese c'è solo da apprezzare): il premio del Miglior Film, come tale, lo ha dedicato ai giovani filmmaker che verranno, che è il segnale più bello per chi crede nel cinema!
La forma dell'acqua agguanta un totale di 4 statuette equamente divise tra tecnica (scenografia), arte (colonna sonora, miglior film) e personalità d'autore (la regia), mentre Tre manifesti a Ebbing, Missouri porta a casa attrice e attore non protagonista, coerentemente con il suo essere un film d'attori. La vera rivalità l'ha fatta Dunkirk che si è sostanzialmente imposto fra i premi tecnici (i due del suono e il montaggio).
In mezzo a un parterre privo di reali sorprese, fanno piacere i premi a Scappa - Get Out per la sceneggiatura e al Maestro Glen Keane per il cortometraggio d'animazione Dear Basketball, dedicato al campione (e co-regista) Kobe Bryant, che possiamo vedere insieme:
Menzione doverosa per Gary Oldman che sapevamo già essere un gigante, ma che solo ora riceve la meritata statuetta e poco manca che ringrazi anche il ragazzo del caffè nel suo infinito discorso :-)
Tutto benissimo insomma? A fare la tara dobbiamo registrare qualche crepa in questo meccanismo così perfetto ed equanime: ad esempio quella che vede il veterano James Ivory ritirare il premio per la Migliore Sceneggiatura, salvo smentirsi qualche minuto prima, quando ai giornalisti di Sky dichiara di essere scontento dell'eccessiva autocensura del film...
...o quella del retorico omaggio ai militari, fatto mostrando scene di parecchi film antimilitaristi (Full Metal Jacket su tutti)!
In effetti è stato un buon insieme di premi, ma inserito in una brutta cerimonia, monocorde e rigida come il conduttore Jimmy Kimmel, traboccante ringraziamenti a destra e a manca, ma priva di momenti divertenti, monologhi frizzanti o gag memorabili – anche quella della visita al cinema vicino ricorda quella di qualche anno fa quando furono gli spettatori a essere portati nel teatro degli Oscar. Una cerimonia "trattenuta" per paura di non compiacere tutti abbastanza, attenta a cacciare gli "indesiderabili" e nascosta dal luccichio della pacchiana scenografia di Swarowski che ricordava i peggiori Sanremo degli anni passati :-)
(e questo al di là della giustezza delle battaglie egualitarie e di genere)
E allora le emozioni? A parte quelle che sono venute dai premi ne cito almeno due: rivedere dopo tanto tempo in cui era finita ai margini, la brava e bellissima Mira Sorvino
Heaven is a Traffic Jam on the 405 – Miglior Corto Documentario
The Silent Child – Miglior Cortometraggio
Dear Basketball – Miglior Corto d'Animazione
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