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posted: 23.10.2017 @ 12:56

Da Alan Young Pictures a Shockproof

Intervista a Michele De Angelis

Davide Z reporting...

 È un buon periodo per i collezionisti del cinema dimenticato: dopo alcuni anni di sonnolenza, in cui a smuovere le acque erano le sole uscite dei blockbuster, sempre più si moltiplicano le iniziative indipendenti e cinefile.

 Come abbiamo già evidenziato, Shockproof è il nuovo marchio che si unisce ai vari Opium Visions o Midnight Factory per la riscoperta del cinema più fuori dagli schemi, e inizia la sua avventura con il nuovo DVD di Dark Waters, di Mariano Baino.

Da Alan Young Pictures a Shockproof


 Noi naturalmente volevamo saperne di più e per questo ci siamo rivolti come sempre alla fonte! Abbiamo così intervistato Michele De Angelis, direttore artistico della nuova label, nonché regista e produttore, che i più ricorderanno per le passate esperienze di Alan Young Pictures e NoShame Films, già al centro della prima e lunga intervista pubblicata su DVDWeb nel lontano 2003!

 L'occasione è dunque molteplice: raccontare le iniziative in campo, ma anche riflettere sui cambiamenti del mercato con un esperto che è anche un tecnico che "le ha viste tutte".

 L'intervista che segue è come sempre divisa in tre parti: la prima dedicata al passato e incentrata proprio sui ricordi e i bilanci delle esperienze sopracitate; la seconda, che guarda più al presente, si sofferma invece su Zombi ed entra più in profondità su cosa significhi restaurare un classico, oltre a fare luce sulle varie problematiche che hanno sempre circondato questo titolo. La terza e ultima parte, infine, è dedicata in modo specifico alla mission di Shockproof.

 Come sempre potete leggere l'intervista tutta intera, o saltando alle parti che vi interessano di più. Buona lettura!

Sommario...
 . Introduzione
 . Parte 1: Il passato
 . Parte 2: Il presente
 . Parte 3: Il futuro
 


 Si comincia con...


Parte 1: Il passato

Ciao Michele, bentornato su DVDWeb: anni fa proprio con te abbiamo inaugurato lo spazio delle interviste, affrontando l'attività di Alan Young Pictures. Riprendiamo quindi il filo del discorso là “dove eravamo rimasti”: che ricordi hai oggi di quell'esperienza e che bilancio puoi trarne?

 I ricordi sono ottimi, abbiamo fatto un lavoro importante su titoli trascurati: con l'avvento del DVD si è potuto rispettare di più l'aspetto visivo del film e puntare sulla creazione di contenuti speciali, tutti elementi che con il mercato del vhs erano stati trascurati. E poi c'era il rispetto del formato originale, dopo anni di Pan&Scan. Abbiamo sempre rimasterizzato tutto in digitale, e una delle prime uscite, Il fascino discreto della borghesia, rappresentò anche il primo master HD restaurato qui in Italia. Comprammo i diritti dal coproduttore italiano del film e il master da Criterion Collection e Studio Canal, che partiva dal negativo originale depositato in Francia. Poi lo lavorammo qui in Italia effettuando il restauro.


 
Ricordo che ai tempi si accennò all'identità del fantomatico Alan Young, ne parlasti da qualche parte come di una persona incredibile di cui un giorno avresti raccontato la storia: l'hai poi fatto?

 Sì, era un personaggio che era emigrato in America, si era arricchito, poi era finito in prigione e si era redento passando al cinema. Ma ora che è passato un po' di tempo possiamo svelare l'arcano: era tutta un'operazione di marketing. Alan Young derivava in realtà dalle iniziali dei nomi dei miei due soci (Young perché uno era più giovane). Tutto inventato da me!

 (qui ci siamo fatti ovviamente una bella risata :-)
 
Il lavoro che forse i più ricordano fu quello portato avanti sul cinema italiano: uscirono edizioni importanti di titoli come Cannibal Holocaust, Milano odia: la polizia non può sparare, Se sei vivo spara...

 Sì, abbiamo recuperato, laddove possibile, film che in quel momento storico sembrava suscitassero l'interesse del pubblico: quindi un cinema italiano un po' negletto nei decenni precedenti e legato ai generi, come la commedia e anche qualche western (quest'ultimo con un po' più di difficoltà nei gusti dell'utenza). Ricordo l'edizione di Tepepa dove ricostruimmo il film insieme al regista Giulio Petroni, oggi purtroppo scomparso, reinserendo numerose scene recuperate comparando le versioni di vari paesi. Un lavoro che comportò diversi mesi. Poi restaurammo anche molti polizieschi, un lavoro che poi personalmente ho continuato con la NoShame Films.


 
Come descriveresti la situazione di mercato dell'epoca?

 Era completamente diversa da quella attuale, si potevano offrire prodotti a prezzi molto più alti, e anche i costi di lavorazione erano all'incirca tre/quattro volte quelli attuali. Parliamo di duplicazione, authoring e pre-mastering. Oggi i costi restano elevati se si lavora a livello professionale, ma la tecnologia è migliorata diventando più accessibile. Alla fine degli anni Novanta i primi encoding venivano fatti con macchine hardware e questo comportava una serie di costi fissi (legati all'acquisizione dei macchinari) che oggi sono stati abbattuti, perché si lavora a livello software.
 
Prima hai citato l'esperienza di NoShame: che differenze ha presentato rispetto a quella di Alan Young?

 È stata più importante in quanto abbiamo acquisito molti più titoli e poi abbiamo operato anche sul mercato americano, cosa che nessuno aveva mai fatto prima. Anche se qui non se ne parla, NoShame fu considerata nel 2006 tra i dieci migliori distributori nordamericani da Dave Kehr, che all'epoca era il critico del New York Times e ora lavora al MOMA. Lo stesso fece, nel medesimo anno, anche Glenn Kenny, critico della rivista Première e ora del New York Times. Fu una grande soddisfazione entrare in America dalla porta di servizio e dopo un anno vedersi comparati a Criterion e realtà simili. In America abbiamo proposto alcuni titoli di genere (i gialli di Sergio Martino e qualche altro), ma principalmente abbiamo lavorato sul cinema d'autore e i classici del cinema italiano: Il ferroviere, Cronaca di un amore, Boccaccio '70, Partner, Amore e rabbia. Un lavoro che ci ha dato una grandissima soddisfazione.


 
Una delle cose che più mi colpi di Alan Young Pictures e NoShame era che finalmente si proponevano degli editori italiani che, lavorando sul nostro cinema, producevano contenuti originali – quindi una situazione molto da diversa da quella cui eravamo abituati, in cui gli extra erano presenti solo se il film era nel catalogo di un grosso distributore internazionale. Quanto è difficile realizzare contenuti in Italia?

 All'epoca era piuttosto difficile, sempre per motivi di costi e tecnologia. Adesso il mio cellulare realizza filmati Full HD di grande qualità, all'epoca ci si doveva dotare di telecamere standard definition Mini-DVcam, o affittare un beta digitale. Poi c'è l'aspetto legato al compenso degli artisti coinvolti, che spesso vogliono essere pagati, vista la finalità commerciale del prodotto (non tutti comunque). Ad ogni modo la produzione di contenuti esclusivi è sempre stata uno degli elementi più importanti perché arricchisce l'edizione e invoglia lo spettatore all'acquisto.
 
 

Parte 2: il presente
 
Ai tempi di Alan Young un ricordo particolare lo merita il cofanetto di Zombi, che era molto spettacolare.

 Sì, fu un'uscita impegnativa, fra l'altro all'epoca il digipack costava una fortuna. Ne vendemmo comunque tantissime copie, ma i numeri che si potevano fare a quel tempo erano altri rispetto a ora: un film che andava malissimo vendeva 500 pezzi, oggi la stessa cifra indica un titolo che va benissimo. Per I fichissimi, facemmo una prima tiratura di 15.000 pezzi e alla fine ne abbiamo venduti 40.000, numeri ormai impensabili.
 
All'epoca ci furono comunque dei problemi con l'uscita legata a Zombi...

 Sì, mancavano gli extra dell'edizione americana, che dovevano essere concessi dal nostro partner Richard Rubinstein, coproduttore del film. Per un litigio avvenuto fra lui e il mio socio non ci vennero più concessi. Il tutto rientra in una vicenda che coinvolge anche il remake di Zack Snyder su cui non entro nel dettaglio (all'epoca ci arrivò una comunicazione che forniva altre informazioni, ndZ). Gli extra ci furono negati all'ultimo momento, li avevamo anche annunciati, e infatti l'utenza si lamentò, cosa che capisco pure, ma non c'era nessuna possibilità.


 
Il tuo rapporto con Zombi però è continuato nel tempo, sei stato coinvolto anche nella nuova edizione della Midnight Factory, infatti ti si vede fra gli extra. Raccontami com'è andata.

 Sì, mi ha contattato Manlio Gomarasca, direttore artistico della Midnight Factory, che è anche un amico: così ho seguito tutto il restauro del film.
 
A questo proposito, aiutami a chiarire una questione che ciclicamente viene sollevata dai nostri utenti: perché il restauro di Zombi viene effettuato a partire dal positivo del film e non dal negativo?

 L'edizione italiana, nota come Argento's Cut, è frutto di un rimontaggio effettuato sulla copia del negativo. In pratica, all'epoca fu fatto un duplicato del negativo per tagliarlo e da lì sono stati realizzati un interpositivo e un internegativo. L'interpositivo è stato usato per il restauro perché l'internegativo non è di buona qualità. Il negativo originale oggi è in America ed è quello dell'edizione uscita nelle loro sale (la cosiddetta theatrical). Quindi tecnicamente per il nostro Zombi non esiste un "negativo originale". Per obbedire alla tendenza dovrei andare in America, convincere Rubinstein a tirare fuori il negativo originale, appunto, fare uno scan alla Technicolor di New York e poi, una volta riportato il materiale in Italia, ricreare la nostra versione rimontando il film come lo conosciamo, ma naturalmente sarebbe una follia, oltre al fatto che si combinerebbe un pasticcio. D'altra parte quella che abbiamo visto in sala era una versione di terza generazione.
 
In effetti l'ho notato anch'io, la Argento's Cut ha una colorimetria diversa rispetto all'originale, in alcuni punti la cosa è molto accentuata.

 Infatti su questo punto c'è da anni una vexata quaestio, che coinvolge il concetto stesso di restauro. Per come la penso io, il film nei formati home video dovrebbe avvicinarsi il più possibile all'immagine che aveva al cinema, che non è mai quella del negativo originale, ma dell'interpositivo. Le stesse copie in pellicola per la distribuzione non vengono mai stampate dal negativo originale, ma dal duplicato, salvo casi eccezionali come La donna che visse due volte, dove il negativo in VistaVision è stato letteralmente massacrato per questo, tanto che ancora si presentano grossi problemi nei restauri. In questo senso l'interpositivo è più affidabile, laddove disponibile e in buona qualità. Naturalmente è la mia opinione, sono nate delle scuole di pensiero a proposito e la comunità è abbastanza divisa.
 
E quindi? Come si dovrebbe procedere?

 Il punto è, anche laddove si usa il negativo originale, fare comunque riferimento a una copia positiva per ricreare il look della visione in sala. Viene dato molto risalto alla mancanza di righe e spuntinature, giustamente, ma spesso le scale colorimetriche sono completamente diverse rispetto a quello che era il film al cinema. Naturalmente c'è molta confusione sul punto, alcune formule sono semplici trucchi di marketing perpetrati da certi signori che restaurano sempre gli stessi film, innescando “gare” fra le edizioni. Di recente lo abbiamo visto con Suspiria: ci si sono buttati in tanti, vantando la migliore edizione, ma il master di partenza è sempre lo stesso, poi ognuno se lo cambia a seconda delle proprie esigenze per convincere il pubblico a comprare la loro versione. Così si perde il senso filologico del restauro. Di recente è successo anche con Il fantasma del palcoscenico, dove c'è stata un'edizione molto sbandierata, ma la scala colorimetrica è stata alterata, con neri troppo sparati, e lo posso dire perché posseggo una copia 35mm del film.


 
Il lavoro su Zombi è comunque andato a buon fine.

 Sì, allo stato attuale il modo migliore per vedere Zombi così com'era in sala è attraverso il restauro 4K che abbiamo effettuato. So che ci sono stati anche dei problemi con il Blu-Ray ma poi sono stati risolti. Credo che l'encoding del 4K lo abbiano fatto in Germania, mentre quello della versione Blu-Ray “standard” in Italia e lo hanno sbagliato. La Midnight Factory comunque è stata precisissima e ha sostituito le copie, anche se devo aggiungere che era un problema di cui solo in pochi si potevano accorgere, la cosa è stata un po' gonfiata dal tam tam di internet. Onore alla loro precisione. Per il resto il film non si vedrà mai meglio di così, qualsiasi cosa che superi i 4K non serve, almeno per i titoli così vecchi. La risoluzione dell'occhio umano è come il 2K, ma anche qui si innescano un po' certe modalità di marketing e si sbandierano cifre sempre più alte. Su certi film il 4K è addirittura controproducente perché mette in evidenza certe problematiche che all'epoca si ammorbidivano con i passaggi successivi di stampa e una definizione minore. Quindi il problema è complesso, e dipende dal film e dai materiali a disposizione.
 
Il nostro Zombi comunque è la prima edizione in 4k al mondo.

 Esattamente, non c'è nemmeno negli Stati Uniti: ne avevo parlato con Scream Factory che era interessata, ma non riescono ad acquisire i diritti perché Rubinstein chiede troppi soldi. Per questo hanno fatto uscire invece il remake.
 
Una nota a margine: cosa pensi di quel remake?

 Mi fa vomitare, nonostante sia stato scritto da James Gunn che poi si è rivelato uno bravo. Ma io detesto Zack Snyder in tutte le sue manifestazioni: per me è l'anticinema per eccellenza, il suo è un post-cinema, ma qui entriamo nella mia personale filosofia dell'immagine che richiederebbe un discorso più lungo. Sono polemico, lo so, ma difendo il mio punto di vista. All'estero ho tenuto una masterclass con alcuni direttori della fotografia che spiega come la penso, quindi magari posso rimandare a quella.
 
 

Parte 3: Il futuro
 
Veniamo a Shockproof e alla prima uscita, dedicata a Dark Waters di Mariano Baino.

 Di Dark Waters avevo già realizzato un'edizione per il mercato americano ai tempi della NoShame: un'uscita strapienissima di contenuti speciali, ma in inglese. Per questa nuova proposta italiana abbiamo deciso di rifare tutti i contenuti speciali (non abbiamo usato nulla di quello che avevamo) per poterli proporre nella nostra lingua, visto che il regista è effettivamente italiano anche se vive da trent'anni all'estero. Abbiamo quindi il commento audio e tutte le interviste in italiano. Prima accennavamo alle differenze tra le lavorazioni del passato e quelle del presente, posso quindi aggiungere che, per questo film, il tecnico che ci ha lavorato ha usato 30 software diversi. Abbiamo fatto più di 60 encoding fino a quando non abbiamo raggiunto il risultato ottimale.


 
Come mai avete scelto questo titolo per la prima uscita?

 Innanzitutto perché è un film che ci piace molto. Poi avevamo notato un certo interesse da parte degli appassionati per un'edizione italiana ufficiale, che permettesse di accantonare quelle d'importazione. Mi sembra che il riscontro sia stato caloroso.
 
Ma esce soltanto in DVD?

 Sì, per il momento non è prevista l'edizione Blu-Ray. Questo non significa che Shockproof non produrrà mai Blu-Ray, anzi posso anticiparvi che inizieremo a farlo dalla metà del 2018. Faremo delle edizioni speciali di film italiani totalmente inediti nei formati home video in tutto il mondo, in cui avremo Blu-Ray, DVD e libretto. I titoli saranno raccolti in una linea specifica dedicata al nostro cinema “invisibile”.
 
La collaborazione con Penny Video come nasce?

 Con Simone Starace ci conosciamo da molto tempo e ci accomuna lo sguardo a 360°: ci piacciono tutti i generi, i film di tutto il mondo, con una preferenza per i titoli del passato. Così abbiamo deciso di unire le forze in questa nuova etichetta, sperando di riportare in auge il mercato del supporto fisico in Italia. Secondo me c'è un'utenza di collezionisti che risponde bene, non è più la massa dei 50.000 pezzi venduti attraverso le grandi catene, ma è comunque un numero esigente e pronto alla risposta. Il problema è che le major hanno deciso unilateralmente che il supporto fisico non andava più bene, forse perché pensavano ad altre forme di diffusione, come lo streaming. Ma la gente più “antica”, come me e come tutti i collezionisti, vuole anche l'oggetto, non ha la percezione di possedere il film con un file su un hard disk. Tutto questo senza dimenticare che anche i film in 4K sui più blasonati servizi streaming non avranno mai la qualità che promettono perché sono molto più compressi: e lo stesso vale per tutti i film in HD di qualsiasi canale televisivo o servizio on-demand, che vengono compressi per essere resi fruibili, non possono essere file da 50 Giga. Quindi il supporto fisico continua a garantire una qualità superiore.



 (qui sopra Michele De Angelis, a destra, con il regista Mariano Baino, a sinistra)
 
Quanto è importante oggi la “resistenza” del supporto fisico alla smaterializzazione portata avanti dal mercato?

 È una smaterializzazione pilotata ad arte e in modo controproducente, perché le major, anche se grandissime, non sono lungimiranti. Anche per questo all'epoca di Alan Young e NoShame sono riuscito a editare tutta una serie di titoli che non erano di mia proprietà: potrei raccontare molti aneddoti divertenti sui commenti ironici fatti alle mie spalle dai detentori dei diritti per i film che andavo a chiedere. Gente che poi naturalmente cambiava idea quando vedeva i dati di vendita. La strategia di questi signori è limitata all'ultimo film milionario da lanciare sul mercato e non tiene conto del fatto che esiste un ampio mercato mondiale dei collezionisti che vuole i titoli di library. Se analizzi il mercato, soprattutto quello estero, dopo la grande crisi che c'è stata fra il 2008 e il 2014/15 c'è una ripresa in atto: ci sono decine di etichette indipendenti in Inghilterra o in Germania – vero paese dei balocchi per i collezionisti – che stanno tirando fuori tantissimi titoli. Le major, dal canto loro, si limitano a vendere i diritti ai terzi. Solo per fare un esempio: in Germania la Nameless Video sta editando Silent Trigger con tanto di busto di Dolph Lundgren, ed è un titolo che non so nemmeno se meriti un trattamento così lussuoso!
 
Anche tu in passato hai proposto delle edizioni altrettanto pazzesche: proprio di Dark Waters, la NoShame fece uscire in America un'edizione con il medaglione allegato.

 Sì lì esagerammo e proponemmo un gift set con la riproposizione dell'amuleto che si vede nel film. Tanti collezionisti ancora oggi la considerano una pietra miliare, anche se era legata a un DVD e non a un Blu-Ray.
 
Il mercato del collezionismo italiano, secondo te, riuscirebbe oggi a recepire edizioni così spettacolari?

 No, non credo. Un'edizione del genere è costosissima: sempre ai tempi di NoShame realizzai anche un gift set dedicato ai due gialli di Emilio Miraglia, con tanto di statuetta della dama rossa dipinta a mano, packaging in rilievo e una tiratura limitata a 7000 pezzi. Non so se il mercato italiano presenti tanti collezionisti disposti a spendere le cifre importanti che edizioni così richiedono (diversa è la situazione se si punta al mercato internazionale). Considera anche che noi produttori non guadagniamo nemmeno chissà quanto da simili edizioni, perché i costi sono alti (realizzazione della statua, packaging, diritti dei film, restauro): alla fine con il box di Miraglia chiudemmo in pareggio, sono soltanto operazioni di immagine che danno prestigio al marchio.


 
In conclusione, cosa ci dobbiamo aspettare da Shockproof?

 Abbiamo già acquisito diversi titoli interessanti, che però è prematuro annunciare. La filosofia sarà cercare di puntare all'eccellenza compatibilmente con la risposta del mercato, che al momento non sembra essere molto confortante. Dovremo quindi muoverci con cautela, sperando che il supporto e l'entusiasmo del pubblico non manchi. Come già accennato ci saranno anche i Blu-Ray, dedicati in particolare a film acquistabili anche all'estero, come i film italiani invisibili.
 
Avevate annunciato anche Todo Modo in Blu-Ray.

 Todo Modo è un film di cui abbiamo i diritti per tutto il mondo, ma non per l'Italia, quindi sarà un'edizione pensata per il mercato estero. Nel nostro paese il film è della Mustang: chissà, magari studieremo qualcosa insieme, non è una promessa, ma un'idea.
 
Rimaniamo d'accordo allora che ci risentiremo in futuro. Nel frattempo ti ringrazio per la disponibilità.

 Grazie a voi, anche per il lavoro redazionale che fate: in un mercato in cui è disponibile tutto, servono delle realtà e delle figure che aiutino il pubblico a orientarsi. E soprattutto su titoli particolari o realtà indipendenti il vostro impegno è davvero importante!




A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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