posted: 25.09.2017 @ 13:00 |
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Due anni di Midnight Factory: l'intervista!
Faccia a faccia con la divisione horror di Koch Media
Parte 3 - Orrori futuri: Non si batte il classico!
L'abbiamo citata in apertura, approfondiamo ora la linea Midnight Classics.
MG: Fin dall'inizio abbiamo pensato che alla proposta di prima visione andasse affiancato qualcos'altro, anche perché, per la mia esperienza con Nocturno, lavoro molto con il cinema del passato. Così è nata la linea “Midnight Classics” dedicata al cinema della Golden Age dell'horror, ma in una nuova chiave tecnica, con restauri HD 2K e 4K. Anche qui abbiamo avuto subito le idee chiare e sia io che Umberto Bettini volevamo che il primo titolo fosse Zombi. Poiché sono legato da un rapporto d'amicizia molto stretto a Nicolas Winding Refn, gli ho parlato dell'idea e lui è stato talmente entusiasta da voler sponsorizzare l'uscita, entrando attivamente nella fase di restauro e delle scelte grafiche e di contenuto. Da lì è partito il tutto, fino ai risultati che sappiamo, con la presentazione a Venezia con Nicolas e Dario Argento e l'uscita in Blu-Ray UHD 4K. Un lavoro sul quale abbiamo investito economicamente, quindi non la classica situazione in cui si acquisisce un master lavorato altrove.
A proposito di Zombi, però, si è presentato un problema con la tiratura su uno dei dischi, che avete poi sostituito. Vorrei un vostro commento in proposito.
AB: Sì, c'era stato un problema di compressione su uno dei blu-ray dell'Argento's Cut, che è la versione principale della nostra edizione. Così abbiamo aperto un indirizzo email cui scrivere per le richieste di sostituzione. Allo stato attuale abbiamo già effettuato tutte le sostituzioni di chi ha richiesto il nuovo disco e ora stiamo coprendo quelle internazionali. Dal punto di vista della professionalità abbiamo dimostrato massima attenzione per il cliente, anche laddove si poteva considerare il problema limitato a una nicchia di clienti molto tecnologici. Voglio dire che solo i possessori di impianti particolarmente potenti (videoproiettori o schermi molto grandi) erano in grado di rendersi conto della differenza fra l'edizione fallata e quella corretta. Ma sappiamo che quelli sono i nostri consumatori più esigenti e quindi ci è sembrato doveroso mettere mano al disco e crearne uno sostitutivo. Queste procedure non sono semplici, dalla segnalazione del problema alla realizzazione del nuovo disco con relative sostituzioni sono passati dei mesi, in cui abbiamo comunque dovuto tranquillizzare la fanbase per far capire che avremmo mantenuto la promessa di sostituzione dei dischi. Quando poi è arrivato il momento, gli appassionati ci hanno fatto i complimenti attraverso decine e decine di mail per non averli lasciati soli, lodando anche la nuova edizione che è assolutamente impeccabile. Questo incidente per noi ha quindi costituito anche un consolidamento d'immagine. Quando sbagli devi avere l'umiltà di riconoscere l'errore e di porvi rimedio.
La nostra utenza che non ha ancora comprato il film (perché aspettava la risoluzione del problema) ci chiedeva se c'è un modo per distinguere l'edizione corretta da quella fallata.
Il problema è stato risolto in questo modo: abbiamo inviato le versioni corrette a chi ne ha fatto richiesta. Nello stesso tempo abbiamo sostituito i dischi nelle copie che si trovano nei nostri magazzini e che devono ancora essere smerciate. A metà Ottobre uscirà l'edizione standard Blu-Ray, che è attualmente in fase di stampa e sarà pure a posto. Il punto interrogativo resta aperto sullo stock di prima immissione ancora sul mercato, quello, per capirci, che si può trovare nei negozi. Purtroppo su quello non possiamo agire, dall'esterno non c'è modo di capire se il disco è quello buono o meno, bisogna aprirlo e controllare. Di sicuro, chiunque acquisterà il prodotto, se nota il difetto potrà sempre farselo cambiare. Aggiungo, in ogni caso, che lo stock di prima immissione è stato venduto quasi tutto, quindi ritengo che la percentuale di copie difettose in giro sia comunque molto bassa, direi intorno al 20%.
Cosa prevede il futuro dei classici?
MG: La grande sfida è cercare di capire come lavorare con questo tipo di prodotti. Non voglio comprare sempre Non aprite quella porta nelle varie edizioni americane, come ho fatto nel corso di tutta la mia vita. Voglio capire perché la Midnight Factory non possa costruire un prodotto originale e di successo nel nostro paese, considerando che gli extra li possiamo fare, perché conosciamo gli attori e i registi e abbiamo le persone in America che ci possono supportare, in modo da competere con le edizioni citate. Quindi secondo me il più grande obiettivo dei prossimi anni è di sviluppare la parte Classics, su cui i fan vogliono confrontarsi.
Non aprite quella porta, in effetti, è un titolo fondamentale che non dovrebbe mancare sul mercato italiano. Sarebbe bello anche vederlo al cinema! Citarlo, poi, non può non farci tributare un pensiero alla recente scomparsa di Tobe Hooper.
MG: Posso solo dirti che ci stiamo lavorando. E non solo su quello, anche sul secondo capitolo, nella versione integrale mai vista in Italia e che sarebbe bello riproporre. Ci piacerebbe anche importare Djinn, l'ultimo film di Tobe Hooper, ma nella versione che voleva lui, non in quella circolata in America. Le possibilità quindi non mancano, e fra le prossime sorprese della Midnight Classics ci saranno sicuramente degli omaggi ai grandi maestri del cinema dell'orrore purtroppo recentemente scomparsi, come Tobe Hooper, appunto, e ancora George Romero.
AB: Approfondire i classici mi sembra un percorso fisiologico. Fra le nostre promesse c'è sempre stata quella di portare i grandi classici e dopo aver fatto numeri incredibili su Zombi mi sembra doveroso. Un film classico può attirare una fanbase più ampia e rispondente, quindi una special edition parla anche a un pubblico più grande d'età e con un potere di spesa più ampio. Gli over 30 sono il nostro zoccolo duro perché hanno una coscienza filmica importante e un potere di spesa più elevato, che può permettersi di comprare edizioni a prezzi più importanti.
Fra i vostri obiettivi dichiarati c'è anche far tornare i classici al cinema, dopotutto.
MG: Sì, noi di Midnight Factory siamo grandi sostenitori delle riedizioni in sala, credo che un film si riesca ad apprezzare veramente soprattutto sul grande schermo, possibilmente in lingua originale. Uno degli esempi più importanti che abbiamo portato avanti in questo senso è stato Zombi, che per tutta una serie di motivi non siamo riusciti a distribuire in sala nel circuito “normale” degli eventi, ma che ha vissuto una vita spettacolare. Dopo il passaggio a Venezia, il film è passato almeno in una quindicina di festival, solo in Italia. Il fatto, poi, che la nostra versione sia stata la prima a proporre il film in 4K ci ha permesso di ricevere richieste da praticamente mezza Europa. Così abbiamo fatto un evento a Sitges, un altro a Strasburgo, tutto con una produzione che partiva da noi. In questo senso torno a rispondere alla domanda di prima sui limiti del mercato italiano: la Arrow vende in tutto il mondo, nasce come società inglese, poi apre una filiale in America e lì cerca di ampliare il suo mercato, ma vende comunque in Germania, in Francia, in Svezia, grazie al mercato allargato di internet. Perché noi non potremmo fare lo stesso? Se la gente dall'estero compra il nostro Blu-Ray di Zombi vuol dire che in fondo abbiamo lavorato bene.
Al di là dei classici quali sono i vostri progetti per il futuro?
AB: Innanzitutto vogliamo continuare il progetto di base, mantenendo la doppia uscita mensile con le Limited Edition. Il nostro obiettivo principale è crescere: Midnight Factory è un bambino che è nato due anni fa e sta progressivamente facendo i suoi passi. Si è passati dai primi brainstorming sulla selezione dei titoli, ai primi riscontri positivi sulla collana, all'espansione della proposta, fino a proporre titoli forti come Zombi: tante tappe che ci stanno facendo da cassa di risonanza anche per il futuro. Inizialmente erano i titoli a far parlare di Midnight Factory, ora l'obiettivo ambizioso è che il marchio diventi un punto di riferimento in grado di attirare i titoli belli e i produttori dei film. Riceviamo tantissime proposte di sceneggiature e quindi magari un domani potremo selezionarne alcune che diventeranno film e questo comporterà un ulteriore miglioramento nella qualità del prodotto che potremo seguire lungo tutto il processo produttivo.
In definitiva, tiriamo le somme di questa chiacchierata e di questi due anni di esperienze.
MG: Quando sei un appassionato e lavori per i festival, vedi tanti ottimi prodotti e ti senti frustrato dal fatto che in Italia non usciranno perché il mercato non ha una proposta in grado di sostenerli. Ma perché deve essere così? Ho tanti amici in Francia, in Svizzera, in Germania, che discutono di questi titoli come se fosse la normalità e io sono veramente stufo di considerare il mio paese di serie B, in mano ad avventori che cercano magari di fare il soldo facile, facendo uscire un film solo perché ne ricorda un altro. E parliamo del paese che ha avuto un cinema di genere assolutamente superiore al resto di tutte le altre produzioni europee, grazie a maestri come Lucio Fulci o Joe D'Amato, che poi sono stati riscoperti in ritardo, magari grazie alle parole di registi come Quentin Tarantino e al prezioso lavoro di Nocturno che ci ha creduto vent'anni prima! È un autentico paradosso culturale. Il torto dell'Italia è stato quello di non avere mai avuto un ruolo e una consapevolezza internazionale, a differenza della Francia, che ha difeso delle posizioni anche a volte totalmente sbagliate. E il tempo ha dato ragione a loro: ora la Spagna ha Balaguerò e la Filmax, la Francia ha Xavier Gens di Frontières o Pascal Laugier di Martyrs, noi siamo rimasti indietro. Midnight Factory per la prima volta affronta il genere in maniera seria, aperta al confronto con i fan, e con la convinzione che non dobbiamo più essere un mercato di serie B. Se il pubblico continuerà a seguirci le possibilità aumenteranno e ne vedremo delle belle.
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A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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