posted: 25.09.2017 @ 12:54 |
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Due anni di Midnight Factory: l'intervista!
Faccia a faccia con la divisione horror di Koch Media
Parte 2 - Home cinema: il tunnel degli orrori
In base alle vostre analisi, com'è strutturato oggi il mercato italiano dell'home cinema? Un'etichetta come la vostra, dedita all'horror, in che condizioni si muove?
AB: Siamo sicuramente dell'idea che ormai il mercato è orientato su due estremi: da un lato edizioni molto basiche, che offrono al consumatore un'esperienza legata semplicemente al disco in confezione semplice, per poter vedere il film. Dall'altro, invece, una nicchia più esigente: è fondamentale notare come, in base alle nostre vendite, il consumatore horror risulti molto attento, tecnologico e sensibile alle edizioni speciali. Infatti, se in Italia lo split generale del mercato si assesta su percentuali che vedono il 70% orientato al DVD e il 30% al Blu-Ray, per questo tipo di pubblico siamo invece vicini alla parità fra i due supporti: 50% per il DVD e 50% per il Blu-Ray. La politica di Midnight Factory, di conseguenza, prevede sempre l'uscita in entrambi i formati, con due Limited Edition al mese, e un pack molto curato che comprenda una slipcase cartonata o Steelbook nel caso di uscite particolari, come è stata quella di The Neon Demon, una delle più apprezzate di tutto il 2016. Poi dipende dai titoli: nel caso di Zombi, che è stata la nostra uscita più importante, abbiamo realizzato un'edizione a 6 dischi, cartonata, con card interne e un corredo che è stato apprezzatissimo. Più in generale, come Koch Media, presidiamo molto bene due settori, quello dell'horror, appunto, e quello degli anime grazie alla partnership con Yamato Video, che ci ha permesso di realizzare edizioni molto apprezzate dai collezionisti.
MG: Oggi, nell'epoca in cui tutto è gratuito e reperibile online, sei disposto a comprare solo se il prodotto ti offre qualcosa di diverso dal semplice film, e diventa così un vero e proprio oggetto da collezione. La sfida non è solo quella di farti vedere Zombi come non l'hai mai visto – cosa che comunque sarà compresa nel corredo grazie ai nuovi master che useremo e ti andremo a presentare – ma anche di darti un oggetto unico. Io non voglio parlare solo al pubblico mass market, che compra il DVD in offerta nei cestoni e poi magari il film neanche lo vede. Un pubblico che con l’avvento di internet penso vada sempre più assottigliandosi. A noi interessa invece attrarre il collezionista, e fargli capire che facciamo parte della stessa “setta”, che siamo un gruppo di persone che credono nella qualità e la sostengono - quindi qualcosa che comprenda il film rimasterizzato, un ricco corredo di extra e, dove possibile, anche una confezione particolare, per allargare così le maglie dell’utenza.
Quanto è possibile, però, "osare" sul mercato italiano in termini di spettacolarità delle edizioni? Per fare un esempio concreto: un cofanetto come quello che ha creato la Arrow per la saga di Phantasm (con tanto di replica della sfera) sarebbe tecnicamente possibile da noi o è una sfida cui si rinuncia già in partenza perché il mercato non l'assorbirebbe?
MG: Inizio col risponderti che conosciamo bene la Arrow, come anche la Shout Factory: sono nostri amici e c'è stima reciproca. E conosciamo anche le dinamiche di un mercato globale dove alla Arrow sta per rispondere la Francia, paese in cui uscirà lo stesso cofanetto di Phantasm, ma con un getto d'aria che mantiene sospesa la sfera. E io, da collezionista, ho comprato il cofanetto Arrow, ma comprerò anche quello francese, e nel frattempo noi di Midnight Factory abbiamo comprato i diritti della serie per l'Italia (quindi aspettatevi belle sorprese). Il limite del mercato italiano sta nel quanto bene fai il tuo lavoro.
AB: Ammiriamo tantissimo realtà estere come la Arrow, che è ormai una pietra miliare dal punto di vista delle edizioni, e il nostro obiettivo è crescere e fare altrettanto bene. Naturalmente tutto è proporzionato all'importanza del titolo: più è conosciuto e si porta dietro un'iconografia (come può essere appunto la sfera in Phantasm) e più l'ipotesi diventa interessante. Nel nostro piccolo abbiamo voluto fare una cosa del genere con 31 di Rob Zombie, dove abbiamo inserito le card con i villain del film all'interno della confezione, una mossa che è stata molto apprezzata. Ogni personaggio aveva infatti una sua caratterizzazione e abbiamo potuto usare questo aspetto sia nel prodotto vero e proprio, che come leva social, pubblicando su Facebook ogni settimana un'immagine del cattivo con le sue caratteristiche. Poi, dato il mio compito, più orientato alla vendibilità del prodotto, posso sottolineare che curiamo sempre molto il packaging.
Quali sono stati gli highlight del vostro catalogo?
MG: La più grande scommessa per quanto mi riguarda è stato sicuramente Babadook, che ha ottenuto dei risultati incredibili, considerando il fatto che quando è arrivato in Italia era già disponibile sui mercati internazionali da quasi un anno e mezzo. Babadook ha dimostrato come il prodotto horror di qualità, privo di grossi nomi di richiamo, peraltro australiano e neanche americano, e vecchio di un anno e mezzo, se proposto sul mercato nella maniera corretta e con il giusto sostegno può fare effettivamente la differenza. Subito dopo c'è Zombi, che ha rappresentato la possibilità di dimostrare come lavorando in maniera intelligente e con passione su un prodotto comunque datato, sia possibile risvegliare l'interesse nella gente. Torniamo ancora una volta al concept generale: una serie horror come questa non la si crea con un'idea estemporanea, ma con un progetto ragionato che unisca cuore e conoscenza.
AB: Oltre a questi due titoli citati da Manlio direi principalmente quelli legati a un'uscita cinematografica: The Green Inferno, The Neon Demon e Sinister 2. Io poi adoro 31 perché è un'edizione fantastica che sta vendendo bene e che ci ha fatto avere tanti complimenti. In generale non ci sono comunque titoli di cui sono scontento. Ovviamente la qualità della collana non è uniforme, ma in termini di packaging e risultati finali, messi insieme tutti i titoli fanno la loro bellissima figura e possiamo ritenerci soddisfatti.
Fra le vostre edizioni speciali sono particolarmente legato a quella di V/H/S perché è una trilogia che adoro.
AB: La Limited è stata fatta a forma di videocassetta ed è stata un bel progetto: ha fatto degli ottimi numeri e sta vendendo molto bene anche la standard edition. Siamo soddisfatti del risultato di quello, come anche di The ABC's of Death e delle altre antologie horror: sono titoli a cui teniamo particolarmente perché sono stati richiesti tanto e siamo contenti di aver soddisfatto i clienti che ci hanno scritto a riguardo.
Poi c'è The Neon Demon: come mai si è deciso di mettere tutti gli extra solo nella steelbook e non anche nelle altre edizioni?
AB: Poiché siamo una casa austro-tedesca, capita a volte che si acquisti un titolo per la Germania e per l'Italia e così abbiamo a disposizione sia extra tedeschi che nostri. Con The Neon Demon è successo proprio questo. Il primo disco contiene il film e una parte dei contenuti speciali, mentre il secondo con ulteriori extra è stato riservato alla Steelbook per renderla unica, e infatti è indicata come Ultra Limited Edition: i contenuti in questo caso uniscono il materiale che avevamo a disposizione fra noi e la Germania. L'edizione principale presenta comunque sempre degli extra interessanti. La collaborazione con Manlio è stata molto importante perché fra le sue amicizie ha anche dei personaggi di spicco, come appunto Nicolas Winding Refn, che ci ha concesso un'intervista esclusiva a Venezia presente solo nella nostra edizione, non c'è in nessun'altra al mondo! Ci teniamo a rendere le edizioni sempre più speciali per superare il limite fisiologico della pirateria: se riesci a offrire al consumatore finale un prodotto unico, con bonus che non si possono trovare altrove, hai sicuramente un incentivo per le vendite.
Visto che l'abbiamo tirata in ballo, quanto la pirateria incide sulle scelte dei film?
AB: Per avere il polso della situazione, e poter eventualmente correggere il tiro, abbiamo effettuato scan di tutte le community e le fanbase su Facebook e su Internet. In questo modo abbiamo identificato due tipi di consumatori pirata: quello che vuole soltanto vedere più horror possibili, che non è interessato a collezionare e non ha un budget che gli permetta di comprare tutto; e il collezionista che utilizza la pirateria come una “prova d'acquisto”: vede il film e poi, se gli piace, lo compra. Questo per noi è molto importante perché i nostri film sono selezionati in base a criteri di qualità. D'altra parte, come si diceva prima, Babadook è arrivato da noi quasi due anni dopo la sua uscita: era quindi già disponibile attraverso i circuiti della pirateria, ma è stato comunque uno dei nostri più grandi successi, e il passaparola positivo ne ha favorito l'acquisto. Poi in quel caso abbiamo anche realizzato l'edizione speciale che replicava una pagina del libro pop-up e questo ci ha aiutato molto con le vendite. Quindi la pirateria è un problema oggettivo, ma può diventare anche un punto di riflessione per capire che l'utente intelligente ha bisogno semplicemente di horror di qualità, che poi è l'obiettivo di Midnight Factory.
Mi pare comunque che sul progetto ci sia molta attenzione da parte della comunità degli appassionati, oserei dire quasi “di affetto”, lo si nota anche dalla pagina Facebook.
MG: È stata premiata l'idea di fare qualcosa di diverso: possiamo anche valutare gli altri esperimenti tentati altrove, ma non riesco a trovarne uno che abbia portato avanti il progetto in una maniera se vogliamo anche rischiosa come ha fatto Midnight Factory. Quando ci siamo messi a discutere dell'idea abbiamo costruito un decalogo, che poi è la promessa inserita in tutti i nostri DVD, che ci permette di mantenere una certa lucidità di approccio. Quindi il film deve avere avuto una serie di passaggi in festival più importanti (e sappiamo quali sono, anche qui nulla è lasciato al caso, parliamo di realtà come Toronto, Venezia, Cannes, Sitges, Neuchatel, Straburgo eccetera); deve avere alle spalle una serie di personaggi che possano giustificare le operazioni – e abbiamo avuto artisti come Rob Zombie, Eli Roth o Nicolas Winding Refn, che al di là dei film proposti hanno creato dei momenti importanti nella comunità horror. Quindi il pensiero è supportato da una serie di elementi oggettivi che non rendono un film bello o brutto, ma sicuramente creano una possibilità di discussione che in altre situazioni non c'è.
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