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posted: 05.12.2016 @ 14:42
Quattro chiacchiere con... Opium Visions!
Faccia a faccia con la nuova collana di Penny Video
Che potere ha oggi la nicchia in un mercato dell'home cinema sempre più ristretto e che sembra reggersi sui soli blockbuster? È una garanzia di fedeltà su cui puntare o è un capriccio che i grossi numeri possono non gestire a dovere (mi vengono in mente anche alcune tue dichiarazioni che ho letto in rete sulla distribuzione che fatica a incasellare i titoli Opium in generi specifici)?
Quando parliamo di nicchia è bene fare i numeri concreti: in Italia, per titoli come i nostri, il pubblico potenziale va calcolato in centinaia di acquirenti, non certo in migliaia. Proprio per questo è essenziale una pianificazione attenta dei costi, ma anche una filiera distributiva all'altezza delle situazione. Noi seguiamo tutta la realizzazione e la promozione dei prodotti, ma per un'etichetta come la nostra è impossibile tenere i rapporti con tutti i singoli negozianti della penisola. All'inizio di questa avventura, quando avevamo in mano soltanto il primo DVD, ho redatto quindi un piano editoriale e l'ho sottoposto a diverse società che si occupano di distribuire concretamente i film nei negozi. Il primo a risponderci è stato Terminal Video, che poi è la stessa società che distribuisce anche RHV e Dynit, quindi il miglior partner possibile per un'iniziativa come la nostra. Nonostante questo, i nostri prodotti faticano immensamente ad arrivare nelle grandi catene tipo Mediaworld. Probabilmente, è vero, il tipo di cinema "inclassificabile" che proponiamo può creare qualche dubbio nei negozianti, che non sempre sanno come presentarlo al loro pubblico. Devo dire, comunque, che mese dopo mese si sta consolidando uno "zoccolo" di collezionisti che ci segue con una certa fedeltà.
Puntare sulla nicchia presenta sicuramente un aspetto spesso sottovalutato dalle grandi realtà: è molto esigente in fatto di qualità e attenta a sottolineare ogni aspetto (video rimasterizzato, appunto doppiaggi d'epoca, integralità delle versioni). Quanto un simile aspetto influisce nel tuo lavoro?
Sia io che Matteo siamo dei grandi appassionati, e di conseguenza siamo dei grandi rompiscatole che pretendono il meglio da ogni edizione. Qualche volta ci dobbiamo frenare l'uno con l'altro, altrimenti a forza di "migliorare" uno dei nostri DVD rischieremmo la bancarotta. D'altra parte lavorando dietro le quinte si impara presto a distinguere il possibile dall'impossibile, nel senso che prima di inseguire un'idea astratta di perfezione si devono fare i conti con i problemi concreti. Noi rinunciamo a prescindere a pubblicare tutti quei film che hanno master video insoddisfacenti, o al limite ci offriamo di partecipare al restauro. Facciamo molta autocritica, ma alla fine in molti casi si tratta di accettare qualche compromesso, specie quando si lavora su titoli "minori". È uscito qualche tempo fa un BD inglese di Incubo sulla città contaminata che contiene un video-saggio intitolato The Limits of Restoration: ecco, è una visione che consiglio a tutti i collezionisti per capire con quali difficoltà dobbiamo confrontarci tutti i giorni, sempre nel tentativo di portare a casa il miglior risultato possibile.
Al momento state puntando sulle sole uscite DVD, in futuro prevedete di passare anche ai Blu-Ray?
Personalmente, pur comprando molti BD, credo che il pubblico italiano nel complesso non abbia bene afferrato il potenziale di questo formato. I dati di vendita purtroppo non sono molto confortanti, soprattutto quando parliamo di film del passato. Ricordo alcuni titoli pubblicati in BD dalla RHV per i quali circa l'85% degli acquirenti preferiva comunque prendere l'edizione in DVD. E persino un film come The Hateful Eight, dopo tutta la martellante campagna sul 70mm, vende incomparabilmente di più in SD che non in HD. Ci sono stati evidentemente degli errori a monte, le majors qui da noi non hanno investito abbastanza nel lancio del formato, e purtroppo oggi scontiamo le conseguenze di questa strategia. Detto questo, noi non escludiamo di riuscire più in là a realizzare dei prodotti in BD, ma in tal caso si tratterà con ogni probabilità di edizioni pensate per essere vendute anche all'estero, perché il solo mercato italiano non ci consentirebbe certo di recuperare le spese (altissime) collegate a questo formato.
Nell'ultimo A bruciapelo si nota il coinvolgimento di Michele De Angelis, che su DVDWeb conosciamo bene grazie ai trascorsi della Alan Young Pictures (NOTA: ai tempi lo abbiamo anche intervistato QUI): come è stato coinvolto e quale apporto ha fornito alla lavorazione?
Michele De Angelis è stato uno dei pionieri dell'home video italiano, i restauri che ha realizzato dieci anni fa continuano ancora a circolare in mezzo mondo. Ma anche il suo recente lavoro su Zombi, al di là di tutte le polemiche, rimarrà secondo me una pietra miliare nell'evoluzione dei nuovi formati. Con Michele c'è un rapporto di amicizia, per cui è stato un piacere realizzare insieme un extra per il DVD di A bruciapelo, tanto più che lui è bravissimo a presentare i film. Adesso per il 2017 stiamo collaborando a un progetto molto ambizioso, che annunceremo presto.
Fra i vostri impegni futuri troviamo anche la produzione cinematografica e la distribuzione in sala. Dicci di più.
Attualmente stiamo partecipando a una co-produzione internazionale, Black Circle. Si tratta di un horror paranormale, che gira intorno a un disco in vinile capace di trasformare le persone che lo ascoltano. Il progetto ci è stato offerto da Klubb Super8, una label svedese specializzata in cinema cult, con cui eravamo già in contatto. Il regista del film, Adrián García Bogliano, è un giovane emergente, molto apprezzato a livello internazionale ma quasi sconosciuto in Italia (dove finora sono usciti solo Here Comes the Devil e il suo episodio per The ABCs of Death). Pur essendo molto corteggiato dagli americani, Bogliano preferisce continuare a lavorare da indipendente, in piena libertà, cercando dei finanziatori internazionali disposti a credere nella sua visione. Abbiamo ricevuto da pochi giorni un premontaggio del film e stiamo già dialogando con possibili partner per un'uscita in sala, anche se comunque si parla dell'estate 2017. Se, come ci auguriamo, l'esperienza avrà successo, potrebbe diventare il prototipo per ulteriori operazioni simili, che aiutino altri cineasti a finanziare i propri lavori.
Infine, la domanda di rito: progetti per il futuro?
Non posso dire troppo, ma ho già anticipato che stiamo lavorando su un film italiano "maledetto" degli anni '70, previsto per la seconda metà del 2017. Per quanto riguarda i prossimi mesi, ci sono invece due titoli americani su cui stiamo completando le ultime verifiche, ma che dovremmo annunciare nel giro di qualche settimana.
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