Mi riaggancio all'ottima news di Davide Z su Steven Spielberg (e in particolare su
E.T. e Lo Squalo), per segnalare che l'intervista completa al grande Steven è
online sul sito americano Ain't it Cool News!
L'intervista, ad opera dello storico redattore Quint, è stata realizzata in occasione del 36esimo anniversario de Lo Squalo, e
per gli amanti di Spielberg è una vera chicca: primo perchè il tono è colloquiale ed umano (il regista sembra proprio il compagno della chat accanto ;-)),
secondo perchè Steven ci regala una serie infinita di aneddoti sulla lavorazione de Lo Squalo (impagabile quello sul discorso della U.S.S. Indianapolis pronunciato da Robert Shaw) e su altri suoi film.
Inoltre Spielberg parla anche degli effetti digitali, della conoscenza con il padre dell'animazione in stop motion, Ray Harryhausen, della proiezione di E.T.
per il Presidente Reagan, alla Casa Bianca, ed anche di George Lucas e persino delle tracce di commento, che come ben sappiamo
Spielberg non ha mai voluto realizzare.
Ovviamente è impossibile riassumere l'intervista nello spazio di una news ma ci tengo a riportare almeno la traduzione di qualche passaggio fra i molti che ho apprezzato:
Ad esempio su Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo:
"Incontri ravvicinati, film da me scritto e che nessuno voleva fare, è divenuto il più richiesto subito dopo il successo de Lo Squalo. Quindi la prima cosa che mi ha portato Lo Squalo è stato
di ottene il via libera da uno studio, cioè La Columbia Pictures, per fare Incontri ravvicinati. Secondo, mi ha consentito di ottenere il montaggio definitivo sui film per il resto della mia carriera".
Sui sequel de Lo Squalo:
"Avrei fatto i sequel se non avessi passato un periodo così terribile in mare durante la lavorazione del primo film. Li avrei proprio diretti perchè sapevo che rinunciando ai sequel mi stavo allontanando da
una grossa parte della mia vita che avevo contribuito a creare, ma non è stata una decisione difficile da prendere. E' che proprio non potevo immaginare di tornarmene su una barca nell'oceano per 9 mesi. Così fui
contento e sollevato di non avere fatto i film, ma non fui contento dei sequel e capii di avere rinunciato ad un franchise al quale avrei potuto dare un grosso contributo".
Sulla CG di Jurassic Park:
"Il 65% del primo Jurassic Park è opera di Stan Winston [il leggendario effettista animatronico, da poco scomparso]. Credo che ci siano solo 58 - 60 effetti digitali nell'intero film. Tutto qua. Nel sequel che ho diretto, c'erano il quadruplo di effetti digitali".
Sulla CG ed Ray Harryhausen:
"Siamo andati all'art department dove stavo preparando Jurassic Park e mostrato ad Harryhausen una cassetta da 3/4 di pollice con la scena dei Galliminus. Erano ancora
scheletri renderizzati ma il movimento era così fluido che ho visto Harryhausen emozionarsi per la naturale evoluzione dalla sua arte alla nuova era di personaggi digitali.
Harryhausen l'ha subito accolta positivamente, non era rattristato dal cambio di paradigma. Era contento come un bambino. Ho visto il bambino
che era dentro di lui ed è stato uno dei momenti più belli della mia vita".
Su George Lucas e i ritocchi digitali (sui ritocchi digitali in generale vi rimando a quanto già riportato da Davide ;-)):
"George la pensa a modo suo e lo rispetto, ma la mia nuova filosofia in proposito è di non svegliare il can che dorme".
Su Ronald Reagan, dopo la proiezione di E.T. alla Casa Bianca:
"Si è alzato e ha guardato nella stanza, come per contarci, e ha detto "Volevo ringraziarvi per aver portato E.T. alla Casa Bianca. Il vostro film ci è davvero piaciuto", e poi ci ha guardati
e ha aggiunto "E ci sono alcuni fra noi in questa stanza che sanno che tutto quanto visto su quello schermo è assolutamente vero". E lo ha detto senza ridere! Però quando l'ha detto tutti hanno riso. Tutta la stanza
ha riso perchè l'ha presentato come uno scherzo, ma non rideva quando l'ha detto".
Sulle tracce di commento nei DVD / Blu-Ray:
"Le tracce di commento ti estraniano dal film. Ti estraniano perchè non stai davvero guardando il film, ma uno show radiofonico. Quindi non ho mai creduto nelle tracce di commento perchè una volta che la gente
inizia a guardare uno dei miei film voglio che restino nel film. Non voglio star lì a spiegargli tutti i dettagli da manuale su come ho fatto il film perchè penso che spezzi l'illusione".
Non manca un altro rimando a George Lucas, a cui Spielberg attribuisce il merito per il tono molto dark
di Indiana Jones e il tempio maledetto, e infine l'accenno ad una fantomatica, bellissima scena
su cui Spielberg vorrebbe tanto basare un sequel de Lo Squalo... anche se poi il regista dice che è meglio tornare con i piedi per terra.
Altro che piedi per terra: se la scena è davvero buona, spero che Spielberg continui a sognare come ha sempre fatto, e che magari sforni un sequel capace di divorare tutti gli altri.
In particolare l'ultimo, per il quale si scusò persino il protagonista Michael Caine (quando si dice essere un gentleman, oltre che grandissimo attore ;-))
Ricordo che l'intervista include ben sette clip audio registrate dall'autore Quint: cliccandole potrete ascoltare gli aneddoti di Steven direttamente dalla sua voce!