posted: 15.07.2007 @ 17:14 |
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Cloverfield: il film-enigma del momento!
Uno sguardo al nuovo progetto di J.J. Abrams
Se n’è iniziato già a discutere anche nel Café, ma probabilmente non pochi navigatori saranno ancora all’oscuro di quello che va diventando giorno dopo giorno uno dei più intriganti (e misteriosi) progetti cinematografici a venire, fomentato come sempre dal sotterraneo passaparola nella Rete.
Cloverfield è il possibile titolo di un piccolo film (budget stimato intorno ai 30 milioni di dollari) prodotto da J.J. Abrams, diretto da Matt Reeves, e scritto da Drew Goddard: la produzione è della Paramount e l’uscita nei cinema è fissata per il 18 gennaio 2008.
"01-18-08" è peraltro anche un secondo possibile titolo del film, del quale esiste al momento questo trailer.
Il breve filmato definisce quello che dovrebbe essere il look e il tema del film: la vicenda è inquadrata tutta attraverso la videocamera di un ragazzo che sta partecipando a un party, quando la tranquillità è scossa da un’esplosione e da un ruggito. Parrebbe un monster-movie alla Godzilla e proprio sul Re dei mostri nipponici si è incentrata una delle possibili teorie circa la reale sostanza del progetto (su Splattercontainer è possibile trovare una riflessione su alcune ipotesi che vedono in campo anche Gamera e il robot nippo-americano Voltron!).
Il mistero si espande a macchia d’olio e avvolge la grande Rete: il sito collegato al film è 1-18-08.com, in costante aggiornamento, ma a questo si dovrebbe affiancare anche Ethanhaaswasright.com costruito come una specie di percorso a enigmi: risolto l’enigma si possono vedere alcuni filmati.
In un messaggio scritto a Aintitcool.com Abrams ha però negato che il secondo sito abbia a che fare con il suo progetto e ha invece invitato i naviganti a trovare gli altri siti dedicati al film. Furbo tentativo di depistaggio o utile indizio?
Anche gli attori sono stati reclutati in modo altrettanto misterioso, chiedendo semplicemente se volevano partecipare al film, ma senza rivelare loro di cosa si trattasse e senza far leggere il copione.
Una via di mezzo tra Lost e Blair Witch Project? Di sicuro una strategia di marketing interessante e certamente al momento Abrams se la sta ridendo di gusto in attesa di svelare la verità…
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A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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Cafè 2.5 - I vostri commenti... |
Cloverfield: il film-enigma del momento!
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Re: Re: La rivincita dell'Odorama? [Cloverfield: il film-enigma del momento!] | By: Maut
Posted: 13.02.2008 @ 11:50
| Ciao Appy, scusa il ritardo: sono stato fuori città. La discussione mi sembra ormai "fredda", ma ma ti devo una risposta.
Disse Appy >>> Se non ho capito male Maut tu ritieni che il coinvolgimento dello spettatore non dipende in tutto e per tutto da una eventuale stimolazione sensoriale (fatta dal modo più semplice al modo più complicato) ma da COME la storia viene narrata
E' quasi esattamente quel che penso. Dico 'quasi' perché sarebbe assurdo negare un ruolo al bottom-up per lasciarne uno solo al top-down. Quindi, tolta qualunque estremizzazione del discorso, sì, penso che ciò che conta sia il come: la capacità dell'opera di costruire un mondo e trascinartici dentro e fartelo sentire tuo. Questa capacità non dipende dal realismo, ma dalla potenza narrativa. E' per questo che può capitare che un film con effetti speciali insoddisfacenti -- magari soltanto perché realizzati cinquant'anni fa -- coinvolgano più di altri con effetti speciali perfetti ma senza anima. E' per questo che Metropolis ti coinvolge e ti emoziona anche se lo guardi su un cinque pollici mono e il Godzilla di Emmerich del quale si sta discutendo in un altro thread non dice nulla (parlo per me, ovviamente) neanche in un cinema superattrezzato con gigaschermo e ipersurround. Tanto che molti film scadenti devono ricorrere appunto a trucchetti (il rumore improvviso, la camera sventolata senza senso, il dettaglio particolarmente raccapricciante, la tetta) per tentare di estorcere allo spettatore quel briciolo di coinvolgimento che non riescono a ottenere per via narrativa.
Tutto qua. Su un piano un po' più generale, la tentazione "immersiva" del cinema che chiamavo "partecipativo" si scontra con il muro della consapevolezza dello spettatore che "è solo una storia". Questa consapevolezza dà quel poco o tanto di distacco che rende il cinema inevitabilmente "narrativo". Una narrazione, appunto, può coinvolgere, emozionare, far pensare etc.; ma, in quanto narrazione, può prendersi delle libertà (concettuali, intellettuali, emozionali, narrative, etc.) che la "partecipazione", più o meno "totale", non consente. E' lì il bello del cinema, per me.
Scusa ancora, e alla prossima, ciao. |
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Re: Re: La rivincita dell'Odorama? [Cloverfield: il film-enigma del momento!] | By: Appy
Posted: 07.02.2008 @ 18:13
| Se non ho capito male Maut tu ritieni che il coinvolgimento dello spettatore non dipende in tutto e per tutto da una eventuale stimolazione sensoriale (fatta dal modo più semplice al modo più complicato) ma da COME la storia viene narrata (spero di non aver frainteso ^^). Secondo te (voi) può il modo far rendere interessante una storia già vista in modo tale da renderla quasi nuova? Questo film dimostra di si, a mio avviso.
P.S.: Poi Maut lo hai visto o no? |
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Re: La rivincita dell'Odorama? [Cloverfield: il film-enigma del momento!] | By: Maut
Posted: 07.02.2008 @ 17:31
| Se mi perdonate la prolissità di oggi (ma poi vado via per tre giorni e non rompo più), vorrei aggiungere una cosa. Secondo molte teorie, il senso di presenza, ad esempio in realtà virtuale, origina essenzialmente dalla capacità del mezzo tecnologico di duplicare alla perfezione la stimolazione sensoriale della realtà reale (ehm). Una corrente minoritaria ritiene invece che esso origini dalla struttura narrativa del mezzo -- ovviamente io sono da questa parte: altrimenti, perché uno dovrebbe emozionarsi di più leggendo un bel libro che guardando un brutto film? Comunque ci sono numerosi esperimenti che fanno propendere a favore di una idea "narrativa", o comunque mentale, del senso di presenza.
(PS. Davide, lo so perché hai postato quel link e te ne ringrazio, ed è vero che l'ho usato come scusa, perdonami!) |
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