posted: 18.01.2003 @ 02:26 |
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Il Signore (Jackson) si che se ne intende...
L'attesa per ''Le Due Torri'' è finita!
La versione cinematografica di quello che da alcuni è considerato come il più "noioso" dei tre libri che costituiscono Il Signore degli Anelli è, invece, il migliore tra i due film. Questo perché evitando un finale "tronco" ed enfatizzando le battaglie, Peter Jackson ha saputo costruire una pellicola emozionante e al tempo stesso sorprendente... Come l'animazione digitale di Gollum, che nelle prime scene de Le Due Torri attacca Frodo e Sam per impossessarsi dell'Anello. Al di là della straordinaria "fisicità del personaggio", che sembra davvero "pesare" sulle rocce, letteralmente mai vista prima è, invece, la mimica facciale. Se Doopy di Harry Potter e La Camera dei Segreti aveva un certo contributo in termini tecnologici, Gollum lo batte per via di una certa lacerazione che viene trasmessa dalla sua incredibile espressività. In più - il doppiaggio inglese di Andy Serkis - cattura l'attenzione dello spettatore in questa figura sempre più enigmatica man mano che monta la tensione.
Dal punto di vista emotivo, invece, iniziamo a conoscere meglio alcuni personaggi: Aragorn (chi ha il Dvd e ha sentito recitare Viggo Mortensen in originale non può smettere di domandarsi: "Ma che c'entra la voce di Pino Insegno con questo personaggio?") si mostra vulnerabile dinanzi alla passione che Eowyn, la giovane vedova, mostra nei suoi confronti. Così, tra una battaglia spettacolare e l'altra, si pensa a Liv Tyler - versione stra-elfica - (perdonate l'irresistibile battuta, n.d.r.) che gli ritorna in sogno.
Partiti alla volta del salvataggio degli ultimi due Hobbits, catturati dalle guardie di Saruman, Aragorn, Legolas e Gimli si vedranno impegnati in una battaglia senza quartiere contro l'esercito che Saruman ha plasmato nelle viscere della Terra di Mezzo. Mentre Frodo e Sam continuano il loro estenuante viaggio verso il Monte Fato, gli altri due hobbits Merry e Pipino, si trovano alle prese con un concilio di alberi secolari, gli Ent, arrabbiati contro l'insensibilità nei confronti della Natura. L'anima naturalista ed ecologista (nel senso più puro del termine) del romanzo tolkeniano prende forma come un sogno meraviglioso dinanzi ai nostri occhi, quando le querce si ribellano all'appetito per la distruzione della Natura dimostrato dal mago corrotto Saruman...
Ma Le Due Torri è soprattutto un film sulla guerra degli uomini e dei loro alleati contro un esercito infernale. Una celebrazione mitologica del confronto tra le forze del Bene e del Male che Jackson rende in maniera strepitosa dal punto di vista registico. Pur durando tre ore, anche il secondo capitolo della saga non solo non annoia mai, ma esalta lo spettatore in virtù di una forza visiva e narrativa superiori a quelle de "La Compagnia dell'Anello" che - per forza di cose - doveva un po' mettere al corrente lo spettatore digiuno dal romanzo di ciò che stava per vedere.
Anche Le Due Torri, continuando a sviluppare la storia attraverso il viaggio emotivo e fisico dei protagonisti, presenta nuovi personaggi: Théoden (Bernard Hill), Re di Rohan, stregato da un incantesimo di Saruman, Eowyn (Miranda Otto) vedova del figlio del Re e con una crescente passione per Aragorn, Faramir (David Wenham) fratello del compianto Boromir (Sean Bean) che per primo aveva tradito la compagnia.
Trasfigurato da una colonna sonora ancora più rarefatta e nelle corde dello spirito del pubblico alla ricerca di qualcosa che "vada oltre" e più mistico di Excalibur e più avvolgente de La Compagnia dell'Anello, Le Due Torri rappresenta uno dei momenti più alti della storia del cinema. Nonostante le sue evidenti limitazioni: il fatto - sostanzialmente - di non finire (ma il suo finale è meno cruento e repentino rispetto al predecessore) e - soprattutto - di essere l'episodio centrale di una saga che - a conti fatti - rappresenterà senza dubbio una di quelle di maggior successo (peraltro meritato) della storia del cinema.
In più, visto Le Due Torri quel paio di volte che è giusto sfruttare, non si può fare a meno di pensare a quali inserti superlativi sia lecito attendersi dal DVD. Soprattutto per capire come nasce l'impasto e l'amalgama digitali delle sequenze delle battaglie o dei dialoghi di Frodo e Gollum. Un film superiore dal punto di vista cinematografico che rappresenta qualcosa in più di una celebrazione di un romanzo: è una festa per gli occhi, una celebrazione stessa della vita nella sua mitizzazione e - soprattutto - un omaggio strepitoso alla visione di Tolkien.
"Apparentemente il mondo si divide tra chi ha letto 'Il Signore degli Anelli' e chi non l'ha fatto".
Questa considerazione del regista Peter Jackson, apparentemente un po' ovvia, in realtà, nasconde una grande verità: se ti avvicini ad un romanzo per farlo diventare un film devi stare molto attento. Se questo libro è una trilogia che ha venduto oltre cento milioni di copie in tutto il mondo, le attenzioni devono essere almeno triplicate.
Una consapevolezza che ha guidato Peter Jackson, già autore degli interessantissimi Creature del Cielo e Sospesi nel Tempo, durante tutta la lavorazione della trilogia costata circa 350 milioni di Euro, già profumatamente ripagata con i primi due film, girata per un anno intero in Nuova Zelanda con un cast di attori che aveva il peso di portare sullo schermo i volti di nomi tanto noti agli appassionati di tutto il mondo.
Una saga difficilissima: "E' stato molto faticoso, fisicamente e mentalmente, ma mai noioso." - dice Peter Jackson - "Tre film, un'unica grande storia, e molta varietà: un giorno si giravano scene drammatiche e commoventi, e quello dopo scene di colossali battaglie con centinaia di comparse. In ogni momento c'era la possibilità di creare qualcosa di nuovo su questo enorme scenario che è Il Signore degli Anelli", casualmente realizzato a poche centinaia di chilometri dagli studi australiani dove vedeva la luce Guerre Stellari - Episodio 2 - L'attacco dei cloni seconda puntata di un'altra famosissima trilogia. "Ho sempre amato l'opera di JRR Tolkien e per questo mi sento molto onorato di avere fatto questi film" - dice Christopher Lee, presente in quasi trecento film e famosissimo per il ruolo di Dracula - "Essere Saruman per me ha significato molto anche se ero preoccupato fino a quando ho visto il risultato. Peter Jackson ha colto l'essenza dello Spirito de 'Il Signore degli Anelli' e ha fatto un lavoro davvero straordinario..."
I costi già elevati della produzione non hanno consentito di assemblare un cast di nomi molto noti. Dopo il rifiuto di Sean Connery di interpretare il personaggio chiave del mago Gandalf (parte andata poi a Sir Ian McKellen) la scelta è caduta su attori molto in gamba, ma certo non di richiamo per il grosso pubblico. Frodo Baggins, il personaggio chiave della saga, il prescelto per portare l'Unico Anello durante un viaggio iniziatico insieme ad altri compagni, è interpretato da Elijah Wood, un giovanissimo attore visto prima in Deep Impact il film catastrofico di fantascienza diretto da Mimi Leder e prodotto da Steven Spielberg. Liv Tyler è Arwen, l'immortale che rinuncia alla vita eterna per stare insieme al mortale Aragorn (Viggo Mortensen).
... a breve ...
Quattro chiacchiere con... Liv Tyler & Cate Blanchett. Resta sintonizzato!
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A presto con nuove, curiose anticipazioni!
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