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La Russia: dai Romanov a Stalin |
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La Russia, più che una nazione un continente: ai primi del Novecento i suoi confini si estendono dal cuore della mitteleuropa, alle porte di Berlino, fino allo stretto di Bering, di fronte all’Aalaska. Sono il risultato di una continua politica espansionistica che dura da secoli, alla quale non rinuncerà neppure il regime comunista. Da sempre e in mano a una monarchia che fa vivere i suoi 140 milioni di sudditi in una società di tipo feudale.
Qui scocca la scintilla rivoluzionaria che dopo 17 anni farà diventare quel territorio il primo stato comunista del mondo. Comincia una storia lunga e tormentata, dominata dalle figure
carismatiche di Lenin e Stalin, fatta di grandi speranze in un mondo migliore ma anche di cocenti delusioni, di dolore e sofferenze, di atti spietati e di stragi.
Un racconto affascinante che si snoda dalle immagini tristi e sbiadite degli ultimi Romanov, attraverso la presa del potere bolscevica, i rivoluzionari della prima ora, la guerra civile, i moti contadini, i grandi piani di sviluppo, le deportazioni e le purghe del 1939.
Arriva poi il momento del grande scontro con Hitler che i russi vinceranno grazie al loro eroismo, ai loro sacrifici, alla incredibile capacita che avranno nel creare in poco tempo un poderoso apparato industriale. Nel 1945 il nuovo impero russo domina mezza Europa e parte dell’Asia. L’influenza della sua forza militare e politica si fa sentire in mezzo mondo.
Scoppia la guerra fredda, comincia la politica dei blocchi contrapposti che durerà quasi quarant’anni dopo la morte dell’ultimo degli zar, Giuseppe Stalin. |
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