Oreste Campese, capocomico di una piccola compagnia itinerante che ha perduto tutto in un incendio, si rivolge per aiuto al prefetto De Caro, appena insediato. Dapprima allettato dall’idea di un confronto sul teatro, sua passione giovanile, il prefetto si trova ben presto in disaccordo con l’attore; e alla fine, indignato dalla richiesta di presenziare a uno spettacolo per attirare il pubblico del luogo, lo congeda in malo modo con l’umiliante offerta di un foglio di via. Per errore però il segretario consegna a Campese, invece dell’autorizzazione al viaggio, la lista delle persone che devono incontrare il prefetto e minaccia di mandare al loro posto i suoi attori. Così, quando si presentano un dottore, un prete, una maestra, un farmacista, De Caro non riesce a capire se si tratti di persone reali o di attori camuffati. Il finale è sospeso, a sottolineare il legame inscindibile fra realtà e teatro. Scritta nel 1964, L’arte della commedia è un vero e proprio “manifesto” della poetica teatrale del suo autore. |
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